Ho deciso di tifare Brasile. Mica devo essere sfigato anche nel calcio. IL mio compagno, diciamo d’avventura, tifa i croati, quelli a scacchi, che solo per la maglietta strana manco morto li avrei tifati. Vabbeh, il gusto di perdere il mio compagno ce l’ha. L’hanno preso mentre faveva il palo ad un furto anche facile. Lui stava andando via frusciando tranquillo e invece, la sfiga lo perseguita: e non c’era un maresciallo che passava per caso da quelle parti? Dentro, senza manco una prova. Allora ha detto che tifa solo squadre sfigate che magari vincono. Eh... gli ho detto, allora ne vinci di mondiale. A lui però non interessa vincere. A uno che fa il palo in un furto cosa possiamo chiedere? Mi sono acceso una sigaretta perché la partita comincia. Faccio sempre così quando inizio una competizione. Anche a casa, quando mi capita di essere a casa. Ho visto il mondiale del 98, quello vinto dalla Francia in un carcere della Liguria. Avevo deciso di tifare Brasile e non è andata molto bene. Quello del 2006, vinto dall’Italia mi ero fissato con la Francia e ho pagato due stecche di Marlbor ad un marocchino che tifava Italia. Odiava i francesi e odiava Zidane. Per me, invece, Zidane era il calcio. Nel 2006 ero in galera nel Lazio. Tutti tifosi dell’Italia, tranne io e il serpichino, uno stronzo napoletano che tifava Argentina perché lui tifa solo Argentina, perché Maradona, per lui continuava a giocare. per sempre. Gli ultimi mondiali li ho visti a casa. La mia donna era sempre incazzata perché mi ero fissato con le squadre e tifavo l’Olanda. Poi hanno vinto gli spagnoli. Che mi sono anche simpatici, ma una volta avevo un compagno in cella. Uno spagnolo che rubava le sigarette e voleva vedere solo telenovelas. Adesso con il mio amico che si chiama Franchino, lui dice perché dice sempre la verità, io dico perché il nome è uguale alla sfiga e al lavoro: un palo sfortunato mica può avere un nome serio. Insomma comincia la partita e mi sembra che i verdeoro non giocano a calcio. Camminano in silenzio. Neppure la sigaretta riesco a finire che quel Marcello che mi sembra la controfigura di Ficarra segna dalla sua parte. Autogol. I verdeoro. A Casa loro. Mi guardo il mio compagno di cella che rimane fermo. E ci provasse a urlare Franchino che in sezione lo ammazzano. Tutta la sezione è brasiliana. Poi, quando gioca l’Italia, tranne due rumeni, tiferemo gli azzurri. Io non ci posso credere che il brasile può perdere la partita. Non è possibile che un palo di un furto e anche sfigato può vincere. Non è mai successo. Adesso passa anche l’appuntato che ci chiede come è la partita e io gli rispondo che non siamo messi molto bene. Lui sorridendo dice, vedrai che i più forti vincono sempre, come nei film che vinciamo noi. Cosi mi dice l’appuntato e quasi quasi gli rispondo ma poi mi prendo rapporto e mi perdo i giorni e mi tocca il consiglio di disciplina e magari mi danno l’isolamento e non mi vedo le partite. Vincono loro. Ma loro chi, dico io? Franchino sorride ma a me sembra si sia pentito di tifare quelli tutti pettinati e zitti. Non sanno neppure gioire per un gol. L’appuntato ripassa e chiede quanto siamo e gli rispondo che i forti perdono e non è come nei film. Magari vince davvero la Croazia. E invece c’è quello piccolo che corre e fugge che prima pareggia e poi segna il rigore. Rigore da non dare dicono tutti. Anche io. Ma siccome ci faccio il tifo sto zitto. Fino al terzo gol di Oscar. Ecco. Franchino è sistemato lui e la sua vita da palo. Almeno stasera, mentre salgo sul letto a castello ho vinto qualcosa. E lo sai perché tifo Brasile? Lo chiedo a Franchino ma non mi risponde. Perché loro sono poveri. E sfigati. E giocano con il pallone sulla sabbia. Come quel maledetto nostro campo di calcetto. Sabbia e pietre. Ecco perché tifo Brasile. L’unico problema che anche l’appuntato sta con il brasile. E quindi, per una notte abbiamo vinto tutti: guardie e ladri.
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July 2014
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