Ci sono giorni dispari diceva Eduardo. Poi si sono dilatati, sino a diventare anni, aggiungo. Ecco, questo è lo stato della mia coscienza. Un Parlamento frammentato, rissoso, incarognito sulle prassi, un segretario di partito che incontra un vecchio signore ormai sul viale del tramonto, in attesa dei servizi sociali, un ex Presidente della Regione sarda che, davanti a poche persone, racconta di avere a cuore solo la Sardegna e sa, per certo, di non riuscire a convincere più nessuno. Tutti sul teatro delle opportunità hanno provato a recitare la parte e qualcuno ha anche recitato a soggetto. Tutti hanno atteso l’appaluso finale del pubblico pagante, lo scroscìo dei “mi piace” sulla pagine di facebook che, a pensarla con Eudardo ci sarebbe davvero da ridere, lui che quando al telefono qualcuno si presentò come “la televisione” rispose “gli passo il frigorifero”.
Sono giorni, mesi, anni, decenni dispari dunque. Lo sono per scelta e per necessità. Lo sono perché qualcuno non è riuscito a trovare i giorni pari, quelli rotondi, quelli senza angoli.
Momento apatico, falsamente frenetico dove ci si rifugia negli affetti, nelle piccole cose.
Ho sentito, per caso, ieri sera rientrando a casa, in un negozio del centro di Cagliari, una canzone antica, lontana, figlia dei giorni pari: “il cuore è uno zingaro”: un pezzo del 1971 cantato a Sanremo da una giovanissima Nada e da un famosissimo Nicola Di Bari. A quei tempi si pensava a giocare con un cuore leggero che andava, senza pensieri. In fondo quella canzone rappresentava la fine di innamoramento, il sorridere ad altri, era la metafora della vita del grande Eduardo: “Addà passà ‘a nuttata”. Ma se i giorni dispari diventano anni ‘a nuttata appare interminabile.
Sono giorni, mesi, anni, decenni dispari dunque. Lo sono per scelta e per necessità. Lo sono perché qualcuno non è riuscito a trovare i giorni pari, quelli rotondi, quelli senza angoli.
Momento apatico, falsamente frenetico dove ci si rifugia negli affetti, nelle piccole cose.
Ho sentito, per caso, ieri sera rientrando a casa, in un negozio del centro di Cagliari, una canzone antica, lontana, figlia dei giorni pari: “il cuore è uno zingaro”: un pezzo del 1971 cantato a Sanremo da una giovanissima Nada e da un famosissimo Nicola Di Bari. A quei tempi si pensava a giocare con un cuore leggero che andava, senza pensieri. In fondo quella canzone rappresentava la fine di innamoramento, il sorridere ad altri, era la metafora della vita del grande Eduardo: “Addà passà ‘a nuttata”. Ma se i giorni dispari diventano anni ‘a nuttata appare interminabile.