Commentando il mio post “Cappellacci, Calangianus e la crisi del sughero”, qualche lettore mi rimprovera che questo non è il momento per aprire discussioni su questo tema, giacché siamo in campagna elettorale e l’argomento verrebbe strumentalizzato. Questo può essere vero, poiché tutto può essere strumentalizzato, ma le cose non stanno così. Capisco che in queste situazioni il cicaleggio si protrae anche dopo il tramonto, ma se dei problemi di un territorio non se ne parla durante una campagna elettorale, che peraltro dovrà rinnovare il Consiglio e la Giunta regionale, quando, secondo voi, se ne dovrebbe parlare?
Io penso non c’è migliore occasione per discutere di lavoro e di industria in crisi, di una campagna elettorale. Capisco che per i candidati e i collettori di voti questo è un problema, poiché spesso mancano le necessarie competenze, per cui si preferisce sfuggire ed allora meglio andare con le cene, gli approcci e le lusinghe personali o ancor meglio buttarla in caciara, così finisce tutto nel tritacarne, in modo che non si apprezzi la parte buona da quella mediocre o persino adulterata.
Per cercare di districarci dal chiacchiericcio, proviamo allora a fare un giochino con i politici, adottiamo il metodo della verifica, giusto per non mettere tutti nello stesso macinino. Lasciando fuori i nuovi, perché ancora non portano responsabilità, sappiamo che la Gallura ha 5 consiglieri regionali uscenti, alcuni di lunghissimo corso, che si ripresenteranno. Nelle occasioni di incontro, che certamente non mancheranno, proviamo a fare delle semplici e banali domande. Io, ad esempio, a chi mi dovesse chiedere il voto, domanderei: tu che stai in Consiglio regionale e vuoi i nostri voti di imprenditore, operaio o addetto al settore sugheriero, fammi sapere quanti provvedimenti legislativi o ammnistrativi hai proposto o fatto adottare per sostenere la crescita di un industria che dà pane a tantissime persone? Quante volte hai sollecitato e posto la questione in giunta o in una qualche commissione consiliare sulla drammatica crisi della filiera sugheriera? Quante volte, figliolo, hai battuto i pugni, minacciato sfaceli, gesti inconsulti o infuocate conferenze stampa, qualora non avessi ottenuto ascolto per le legittime istante di un comparto in crisi? Quante volte hai proposto, seguito e perseverato, affinché la giunta regionale e gli assessorati competenti adottassero provvedimenti adeguati alla gravità della catastrofe che si prospetta? Quante risorse specifiche, dedicate al comparto, hai sollecitato e ottenuto per lenire la mancanza di credito alle aziende? Quanti provvedimenti hai proposto, adottato o suggerito per difendere un patrimonio non solo industriale, ma di conoscenze e sapienze, culturale, paesaggistico e antropologico di una filiera produttiva d’eccellenza? Quanti studi e piani specifici hai fatto finanziare per capire meglio e a fondo da cosa e da chi è originata una crisi, che stando ai numeri macroeconomici, si presenta come inspiegabile? Quante volte hai fatto convocare a Cagliari le parti sociali affinché si individuasse l’adozione di adeguati strumenti sulle politiche del lavoro? Quante volte hai posto la questione che la Stazione Sperimentale del Sughero non c’entra niente con l’incremento ippico e che occorre trasformarla in un istituto che accompagni le aziende a crescere e innovare? Quante volte hai portato a conoscenza del Consiglio regionale che dal sughero si potrebbero ottenere diverse centinaia di prodotti e che potrebbe diventare la maggiore industria della Sardegna con diverse migliaia di addetti?
Bene, se il candidato che si sta riproponendo mi desse almeno un paio di risposte positive ai quesiti sollevati, io il voto potrei pensare di daglielo. Ai candidati che si presentano invece per la prima volta, chiederei se hanno almeno coscienza e conoscenza del quadro appena tracciato e cosa penserebbero di fare, qualora eletti. Il tutto senza distinzione di colore, razza o religione. Provate anche voi a fare questo giocherellino. A fine corsa c’aggiorneremo per i risultati.
Io penso non c’è migliore occasione per discutere di lavoro e di industria in crisi, di una campagna elettorale. Capisco che per i candidati e i collettori di voti questo è un problema, poiché spesso mancano le necessarie competenze, per cui si preferisce sfuggire ed allora meglio andare con le cene, gli approcci e le lusinghe personali o ancor meglio buttarla in caciara, così finisce tutto nel tritacarne, in modo che non si apprezzi la parte buona da quella mediocre o persino adulterata.
Per cercare di districarci dal chiacchiericcio, proviamo allora a fare un giochino con i politici, adottiamo il metodo della verifica, giusto per non mettere tutti nello stesso macinino. Lasciando fuori i nuovi, perché ancora non portano responsabilità, sappiamo che la Gallura ha 5 consiglieri regionali uscenti, alcuni di lunghissimo corso, che si ripresenteranno. Nelle occasioni di incontro, che certamente non mancheranno, proviamo a fare delle semplici e banali domande. Io, ad esempio, a chi mi dovesse chiedere il voto, domanderei: tu che stai in Consiglio regionale e vuoi i nostri voti di imprenditore, operaio o addetto al settore sugheriero, fammi sapere quanti provvedimenti legislativi o ammnistrativi hai proposto o fatto adottare per sostenere la crescita di un industria che dà pane a tantissime persone? Quante volte hai sollecitato e posto la questione in giunta o in una qualche commissione consiliare sulla drammatica crisi della filiera sugheriera? Quante volte, figliolo, hai battuto i pugni, minacciato sfaceli, gesti inconsulti o infuocate conferenze stampa, qualora non avessi ottenuto ascolto per le legittime istante di un comparto in crisi? Quante volte hai proposto, seguito e perseverato, affinché la giunta regionale e gli assessorati competenti adottassero provvedimenti adeguati alla gravità della catastrofe che si prospetta? Quante risorse specifiche, dedicate al comparto, hai sollecitato e ottenuto per lenire la mancanza di credito alle aziende? Quanti provvedimenti hai proposto, adottato o suggerito per difendere un patrimonio non solo industriale, ma di conoscenze e sapienze, culturale, paesaggistico e antropologico di una filiera produttiva d’eccellenza? Quanti studi e piani specifici hai fatto finanziare per capire meglio e a fondo da cosa e da chi è originata una crisi, che stando ai numeri macroeconomici, si presenta come inspiegabile? Quante volte hai fatto convocare a Cagliari le parti sociali affinché si individuasse l’adozione di adeguati strumenti sulle politiche del lavoro? Quante volte hai posto la questione che la Stazione Sperimentale del Sughero non c’entra niente con l’incremento ippico e che occorre trasformarla in un istituto che accompagni le aziende a crescere e innovare? Quante volte hai portato a conoscenza del Consiglio regionale che dal sughero si potrebbero ottenere diverse centinaia di prodotti e che potrebbe diventare la maggiore industria della Sardegna con diverse migliaia di addetti?
Bene, se il candidato che si sta riproponendo mi desse almeno un paio di risposte positive ai quesiti sollevati, io il voto potrei pensare di daglielo. Ai candidati che si presentano invece per la prima volta, chiederei se hanno almeno coscienza e conoscenza del quadro appena tracciato e cosa penserebbero di fare, qualora eletti. Il tutto senza distinzione di colore, razza o religione. Provate anche voi a fare questo giocherellino. A fine corsa c’aggiorneremo per i risultati.