[Maria Dore]
Nel marzo 2006 mi trovavo semi spensierata nel Sud ovest della Francia. In quel mese il governo di Dominique de Villepen riuscì a far scatenare l’ira di migliaia di studenti a causa della legge sulle assunzioni dei giovani. Una genialata che dava il via libera ai licenziamenti facili a danno dei giovani con meno di 26 anni, con lo scopo – si diceva assurdamente - di “diminuire il tasso di disoccupazione”. Ricordo come le ire dei francesi avessero come mira, oltre il premier, un ministro che quella legge la voleva fortemente, l’allora sconosciuto, per noi italiani, Nicolas Sarkozy.
Nello stesso periodo, L’Italia si apprestava a dare battesimo alla creatura dell’invece tristemente noto Roberto Calderoli, il porcellum, venuto al mondo in una fredda giornata di Dicembre non in una mangiatoia, ma all’interno della Casa delle Libertà.
In Francia, la legge chiamata contratto per il primo impiego, venne ritirata il 10 Aprile, 13 giorni dopo lo sciopero generale che coinvolse studenti, lavoratori e sindacati, uniti nelle piazze.
Sul fronte italiano, sono passati otto anni quella legge è ancora lì. Otto anni di ingrasso con ben tre elezioni politiche all’attivo, nonostante ossessive ammonizioni di cani e altri porci affinché l’orrida creatura venga sacrificata.
L’uccisione del porcellum sta quasi assumendo le sembianze di un annoso rito collettivo, di quelli terribilmente noiosi, a cui tutti dicono di voler prestare fede, ma che in realtà non coinvolge veramente nessuno. E a volte penso che quell’opera resterà lì, per chissà quanto ancora. Confesso un mio peccato: la questione in realtà non mi toglie il sonno. Perché il mio timore è che anche qualora ci venga riconcesso il privilegio dell’espressione delle preferenze, si riproponga sempre lo stesso quadro, ovvero Berlusconi che sbanca in Molise e la Carfagna in Campania.
In ogni caso, se il rito deve compiersi, sbrigatevi, così potremo dirottare l’entusiasmante dibattito sulle cose annunciate, mai compiute ed entrate nel mito, su altri temi, tipo la Salerno – Reggio Calabria o l’uscita di Chinese Democracy dei Guns N’ Roses.