Caro compaesano, concittadino, compatriota, conterraneo
Il 16 febbraio anche tu sarai chiamato a dare il tuo contributo al cambiamento. Lo so, sei scettico, incazzato, arrabbiato, non ci credi più. E’ comprensibile, hai tutte le ragioni di questo mondo. Però devi pensare che questa tua condizione farà comodo solo a chi conta sul tuo disimpegno per continuare a tenersi stretta la poltrona. Tu soffri, lui gode. Tu lavori come un mulo, ti sbatti e ti incazzi; lui se ne sta seduto a guardare, se la gode con i tuoi soldi, non sa cosa voglia dire faticare per mettere insieme il pranzo con la cena, non sa quanto costa un chilo di pane. Sei tu che lo mantieni, tu che a votare non ci vai, tu che fai parte a tua insaputa del partito più rappresentato, quello che potrebbe cambiare le cose ma preferisce buttare al vento le sue ragioni. Tu che, quando al bar spunta il discorso sulla politica sbotti, spari il tuo vaffanculo e annunci con fierezza indomita che non andrai a votare (così imparano). Tu che non sai di essere il suo miglior alleato. Vieni fuori dal guscio e guardati intorno. C’è da scegliere, oggi più di ieri. Punta su un’idea, quella che ti piace di più. Punta su una persona, quella che ti sembra più valida. Scarta chi ti promette un posto di lavoro perché non l’avrai. E’ un inganno. Scarta chi non ti saluta mai, tranne quando gli conviene. Scarta gli opportunisti, scarta chi è indagato e non ha avuto il coraggio di farsi da parte; pensaci, tutto sommato sarebbe stato fermo un giro, niente più, se non l’ha fatto è perchè ha un’idea della politica che non coincide con la tua; è l’ambizione, l’arroganza, la conquista di una poltrona a tutti i costi, della poltrona che gli spetta. Scarta chi non ha niente da dire, chi parla senza nulla dire. Informati, orientati, partecipa, usa la testa, trasforma il dolore in rabbia, il tuo pensiero in scelta. Il manico del coltello è anche nelle tue mani. Prova a diradare la folla degli inetti. Fai che il 17 febbraio si guardino allo specchio, contino le rughe e assaporino la sconfitta. Scegli un’idea, una persona valida, premiala con il tuo voto e credici. Se continuerai a non esercitare quello che è un tuo diritto, nulla mai cambierà. Sarai complice. E se deciderai di esserlo ancora, per piacere, non lamentarti perché qualsiasi cosa lascerai prima di andartene sarà costruito sulla tua imperdonabile assenza.
Il 16 febbraio anche tu sarai chiamato a dare il tuo contributo al cambiamento. Lo so, sei scettico, incazzato, arrabbiato, non ci credi più. E’ comprensibile, hai tutte le ragioni di questo mondo. Però devi pensare che questa tua condizione farà comodo solo a chi conta sul tuo disimpegno per continuare a tenersi stretta la poltrona. Tu soffri, lui gode. Tu lavori come un mulo, ti sbatti e ti incazzi; lui se ne sta seduto a guardare, se la gode con i tuoi soldi, non sa cosa voglia dire faticare per mettere insieme il pranzo con la cena, non sa quanto costa un chilo di pane. Sei tu che lo mantieni, tu che a votare non ci vai, tu che fai parte a tua insaputa del partito più rappresentato, quello che potrebbe cambiare le cose ma preferisce buttare al vento le sue ragioni. Tu che, quando al bar spunta il discorso sulla politica sbotti, spari il tuo vaffanculo e annunci con fierezza indomita che non andrai a votare (così imparano). Tu che non sai di essere il suo miglior alleato. Vieni fuori dal guscio e guardati intorno. C’è da scegliere, oggi più di ieri. Punta su un’idea, quella che ti piace di più. Punta su una persona, quella che ti sembra più valida. Scarta chi ti promette un posto di lavoro perché non l’avrai. E’ un inganno. Scarta chi non ti saluta mai, tranne quando gli conviene. Scarta gli opportunisti, scarta chi è indagato e non ha avuto il coraggio di farsi da parte; pensaci, tutto sommato sarebbe stato fermo un giro, niente più, se non l’ha fatto è perchè ha un’idea della politica che non coincide con la tua; è l’ambizione, l’arroganza, la conquista di una poltrona a tutti i costi, della poltrona che gli spetta. Scarta chi non ha niente da dire, chi parla senza nulla dire. Informati, orientati, partecipa, usa la testa, trasforma il dolore in rabbia, il tuo pensiero in scelta. Il manico del coltello è anche nelle tue mani. Prova a diradare la folla degli inetti. Fai che il 17 febbraio si guardino allo specchio, contino le rughe e assaporino la sconfitta. Scegli un’idea, una persona valida, premiala con il tuo voto e credici. Se continuerai a non esercitare quello che è un tuo diritto, nulla mai cambierà. Sarai complice. E se deciderai di esserlo ancora, per piacere, non lamentarti perché qualsiasi cosa lascerai prima di andartene sarà costruito sulla tua imperdonabile assenza.