Mi chiedo che senso abbia continuare a giocare sulle parole e sui concetti. E’ vero, esiste un problema di “etica”, parola abusata e probabilmente passata di moda, ma c’è un passaggio giuridico importante che i cittadini sardi dovrebbero conoscere prima del voto. Ugo Cappellacci, attuale Presidente della Regione e candidato per il centrodestra in qualità di Presidente, è attualmente indagato. Mettiamo per un attimo da parte le considerazioni “etiche” e chiaramente “vintage” di appannaggio del popolo di centrosinistra (non sono d’accordo su questa semplificazione, ma serve per comprendere il concetto) e pensiamo (chiaramente non lo auguro, ma è una proiezione di un futuro possibile) ad una vittoria di Ugo Cappellacci. Per chi ha lo stomaco forte non ci sono problemi. C’è gente abituata a digerire ben altro e quindi disposta ad essere governati da un indagato, magari anche condannato in primo grado, tanto c’è l’appello e la cassazione e passeranno i cinque anni. Ecco, su questo punto la stampa isolana è a dir poco pressapochista, dice e non dice (certa stampa non dice proprio niente) gli elettori sono impegnati in altro e nessuno conosce un’atroce verità. Non è una verità etica, beninteso. Ma è una Legge dello Stato italiano. In questo curioso paese, occorre una legge che dica e scriva a chiare lettere una verità a dir poco semplice: un condannato, un pregiudicato non può rappresentare il popolo sovrano.
Il punto b dell’articolo 8 del Decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 recita: «coloro che, con sentenza di primo grado, confermata in appello per la stessa imputazione, hanno riportato una condanna ad una pena non inferiore a due anni di reclusione per un delitto non colposo, dopo l'elezione o la nomina sono sospesi dalle cariche indicate all’articolo 7 comma 1. le cariche sono quelle di Presidente della regione, assessore e consigliere regionale. Attenzione: basta la condanna con sentenza di primo grado, confermata in appello e non si deve, dunque attendere la cassazione. Il risultato immediato è, qualora sia il Presidente della regione ad essere condannato, lo scioglimento del consiglio regionale. Capisco che tutto ciò sembra poco interessante e sinceramente noioso ma è l’atroce verità. L’Onorevole Ugo Cappellacci (cui auguro, chiaramente di risolvere brillantemente i suoi problemi giudiziari dimostrando la sua completa estraneità dai capi di imputazione purtroppo molto imbarazzanti) se diventasse il nuovo Governatore e se, nel contempo venisse condannato in primo e secondo grado dovrà abbandonare la sua carica e la regione Sardegna dovrà ripartire, per l’ennesima volta con nuove elezioni e con un chiaro e complicato vuoto istituzionale e politico. Ecco perché era importante un passo indietro, ecco perché si è insistito molto su questo punto. Per amore della Sardegna.
Ugo Cappellacci (ribadisco, presunto innocente) rischia, invece, con la sua candidatura, di voler non prendere in considerazione e sottogamba non un problema etico o politico, ma un problema giuridico. La sua è una candidatura a rischio ed è un gravissimo errore. Almeno per me. Sull’etica, poi, possiamo scrivere altre pagine, sicuramente più appassionate e meno noiose di questa. Ma da questa verità dobbiamo partire. Dovremmo imparare tutti, quando si tratta del futuro dei nostri figli ad essere un po’ più “Severini”.
Il punto b dell’articolo 8 del Decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 recita: «coloro che, con sentenza di primo grado, confermata in appello per la stessa imputazione, hanno riportato una condanna ad una pena non inferiore a due anni di reclusione per un delitto non colposo, dopo l'elezione o la nomina sono sospesi dalle cariche indicate all’articolo 7 comma 1. le cariche sono quelle di Presidente della regione, assessore e consigliere regionale. Attenzione: basta la condanna con sentenza di primo grado, confermata in appello e non si deve, dunque attendere la cassazione. Il risultato immediato è, qualora sia il Presidente della regione ad essere condannato, lo scioglimento del consiglio regionale. Capisco che tutto ciò sembra poco interessante e sinceramente noioso ma è l’atroce verità. L’Onorevole Ugo Cappellacci (cui auguro, chiaramente di risolvere brillantemente i suoi problemi giudiziari dimostrando la sua completa estraneità dai capi di imputazione purtroppo molto imbarazzanti) se diventasse il nuovo Governatore e se, nel contempo venisse condannato in primo e secondo grado dovrà abbandonare la sua carica e la regione Sardegna dovrà ripartire, per l’ennesima volta con nuove elezioni e con un chiaro e complicato vuoto istituzionale e politico. Ecco perché era importante un passo indietro, ecco perché si è insistito molto su questo punto. Per amore della Sardegna.
Ugo Cappellacci (ribadisco, presunto innocente) rischia, invece, con la sua candidatura, di voler non prendere in considerazione e sottogamba non un problema etico o politico, ma un problema giuridico. La sua è una candidatura a rischio ed è un gravissimo errore. Almeno per me. Sull’etica, poi, possiamo scrivere altre pagine, sicuramente più appassionate e meno noiose di questa. Ma da questa verità dobbiamo partire. Dovremmo imparare tutti, quando si tratta del futuro dei nostri figli ad essere un po’ più “Severini”.