Un brano dei Pink Floyd e questo sole mattutino di dicembre sono il preludio migliore, in auto, all'inizio di un viaggio.
Dalle mie “vie traverse” sbuco sulla 131, sono le 10:10 del mattino, è domenica e il traffico è davvero quasi zero.
Scorrevoli anche le rotatorie, così sino al budello (come chiamo quella genialata infame e pericolosa di sottopassaggio verso Cagliari), anzi prima, un paio di chilometri prima, sul rettilineo dove il traffico si fa un po' più intenso fra un raccordo e l'altro. Guido con la solita attenzione, comunque, sono in corsia di sorpasso e davanti a me vi è una renault, di fronte strada libera ma questa continua a stare sulla corsia di sorpasso. Provo a lampeggiargli coi fari, nulla. Faccio per spostarmi a sorpassarla sulla destra, metto la freccia, rientro, e questo mi cambia corsia davanti...
Gli sparo tre bei colpi di clacson, insistenti, e lui si rimette di scatto in corsia, mentre lo sorpasso sulla destra incrociamo lo sguardo per un attimo, gli mimo, energicamente, di guardare avanti e dietro mentre guida, non per aria, e proseguo.
Percorsi nemmeno duecento metri, mentre ero sulla corsia di sinistra per immettermi nel sottopassaggio, la stessa renault mi sorpassa a destra, vedo distintamente gesticolare l'autista e il passeggero, discutono animatamente, mentre raggiungiamo praticamente lo spartitraffico rientra a sinistra, tagliandomi ancora una volta la strada e costringendomi a frenare di colpo per evitarlo. A quel punto i miei gesti ed i colpi di clacson diventano più espliciti, il tipo prosegue facendo finta di nulla, noto che in auto c'è pure un bambino, lo vedo andare da una parte all'altra dell'abitacolo, sul sedile di dietro, evidentemente senza cintura. Io dovrei proseguire verso sud, lui si immette per Sassari senza indicarlo, decido di seguirlo anche se allungo il mio cammino. Nelle curve delle rotatorie di via Budapest taglia la strada ad un altro paio di auto, che lo strombazzano e bestemmiano per bene. Lo seguo. Svolta, ancora una volta senza indicarlo con le frecce che sembra non avere, per Via Parigi e subito per via Washington, finalmente usa l'indicatore di direzione e svolta in via Bovet, rallenta, trova parcheggio subito, io mi fermo poco distante.
Scendono in tre dall'auto, ancora discutendo tranne la bambina, che mi passa vicina dirigendosi di corsa verso la chiesa, i genitori la seguono battibeccando ancora, la messa è cominciata e loro sono in ritardo, ecco perché litigavano.
Amen
Dalle mie “vie traverse” sbuco sulla 131, sono le 10:10 del mattino, è domenica e il traffico è davvero quasi zero.
Scorrevoli anche le rotatorie, così sino al budello (come chiamo quella genialata infame e pericolosa di sottopassaggio verso Cagliari), anzi prima, un paio di chilometri prima, sul rettilineo dove il traffico si fa un po' più intenso fra un raccordo e l'altro. Guido con la solita attenzione, comunque, sono in corsia di sorpasso e davanti a me vi è una renault, di fronte strada libera ma questa continua a stare sulla corsia di sorpasso. Provo a lampeggiargli coi fari, nulla. Faccio per spostarmi a sorpassarla sulla destra, metto la freccia, rientro, e questo mi cambia corsia davanti...
Gli sparo tre bei colpi di clacson, insistenti, e lui si rimette di scatto in corsia, mentre lo sorpasso sulla destra incrociamo lo sguardo per un attimo, gli mimo, energicamente, di guardare avanti e dietro mentre guida, non per aria, e proseguo.
Percorsi nemmeno duecento metri, mentre ero sulla corsia di sinistra per immettermi nel sottopassaggio, la stessa renault mi sorpassa a destra, vedo distintamente gesticolare l'autista e il passeggero, discutono animatamente, mentre raggiungiamo praticamente lo spartitraffico rientra a sinistra, tagliandomi ancora una volta la strada e costringendomi a frenare di colpo per evitarlo. A quel punto i miei gesti ed i colpi di clacson diventano più espliciti, il tipo prosegue facendo finta di nulla, noto che in auto c'è pure un bambino, lo vedo andare da una parte all'altra dell'abitacolo, sul sedile di dietro, evidentemente senza cintura. Io dovrei proseguire verso sud, lui si immette per Sassari senza indicarlo, decido di seguirlo anche se allungo il mio cammino. Nelle curve delle rotatorie di via Budapest taglia la strada ad un altro paio di auto, che lo strombazzano e bestemmiano per bene. Lo seguo. Svolta, ancora una volta senza indicarlo con le frecce che sembra non avere, per Via Parigi e subito per via Washington, finalmente usa l'indicatore di direzione e svolta in via Bovet, rallenta, trova parcheggio subito, io mi fermo poco distante.
Scendono in tre dall'auto, ancora discutendo tranne la bambina, che mi passa vicina dirigendosi di corsa verso la chiesa, i genitori la seguono battibeccando ancora, la messa è cominciata e loro sono in ritardo, ecco perché litigavano.
Amen