Io vi odio, voi razzisti.
Detesto la patetica presunzione che vi fa sentire proprietari di un luogo.
Disprezzo l’uso improprio degli aggettivi possessivi con cui vi riempite la bocca: “il mio paese”, “la mia terra” e che scagliate addosso agli stranieri. Non già per mostrare con orgoglio il luogo che vi ospita, ma per sottolineare quanto la loro presenza vi sia sgradita.
Poveri coglioni che vi sentite sminuiti e derubati di un luogo se qualcun altro lo calpesta.
Ma se poi quel qualcun altro è un magnate russo o un emiro arabo che, senza nemmeno pulirsi i piedi sullo zerbino prima di entrare, viene a violentare la VOSTRA terra con brutali colate di cemento, allora quello lì diventa un benefattore.
Vi odio perché non siete razzisti nei confronti di un’etnia, lo siete nei confronti della miseria.
Vi odio perché siete convinti che il pianto di un bimbo rumeno sia meno importante di quello di un italiano.
Vi odio perché è grazie a voi che vostro figlio non si siede nel banco col compagnetto pakistano. Perché la differenza tra sé e quell’altro non la vedeva finché non gliel’avete mostrata voi.
Vi odio razzisti, perché il colore della pelle non rappresenta un problema quando ammirate il culo alto e sodo della sinuosa ambulante senegalese e, per scoparvela, del vostro razzismo ve ne sbarazzereste volentieri. Insieme alle mutande.
Vi odio razzisti, rifiuto il vostro sguardo carico di sufficienza nei confronti degli immigrati, a meno che non si chiamino Balotelli e stiano tirando un rigore di domenica pomeriggio.
Anche se quel rigore ha la pelle nera.
E infine vi odio perché, disprezzando la vostra categoria, fate diventare razzista anche me!
Detesto la patetica presunzione che vi fa sentire proprietari di un luogo.
Disprezzo l’uso improprio degli aggettivi possessivi con cui vi riempite la bocca: “il mio paese”, “la mia terra” e che scagliate addosso agli stranieri. Non già per mostrare con orgoglio il luogo che vi ospita, ma per sottolineare quanto la loro presenza vi sia sgradita.
Poveri coglioni che vi sentite sminuiti e derubati di un luogo se qualcun altro lo calpesta.
Ma se poi quel qualcun altro è un magnate russo o un emiro arabo che, senza nemmeno pulirsi i piedi sullo zerbino prima di entrare, viene a violentare la VOSTRA terra con brutali colate di cemento, allora quello lì diventa un benefattore.
Vi odio perché non siete razzisti nei confronti di un’etnia, lo siete nei confronti della miseria.
Vi odio perché siete convinti che il pianto di un bimbo rumeno sia meno importante di quello di un italiano.
Vi odio perché è grazie a voi che vostro figlio non si siede nel banco col compagnetto pakistano. Perché la differenza tra sé e quell’altro non la vedeva finché non gliel’avete mostrata voi.
Vi odio razzisti, perché il colore della pelle non rappresenta un problema quando ammirate il culo alto e sodo della sinuosa ambulante senegalese e, per scoparvela, del vostro razzismo ve ne sbarazzereste volentieri. Insieme alle mutande.
Vi odio razzisti, rifiuto il vostro sguardo carico di sufficienza nei confronti degli immigrati, a meno che non si chiamino Balotelli e stiano tirando un rigore di domenica pomeriggio.
Anche se quel rigore ha la pelle nera.
E infine vi odio perché, disprezzando la vostra categoria, fate diventare razzista anche me!