A scuola, ormai, difficilmente si racconta della nostra Costituzione, di quei 139 articoli che costituiscono l’ossatura della nostra Repubblica, il cuore e i polmoni di uno Stato con ormai quasi sessantasei anni di storia. Era Il 27 dicembre 1947 quando il capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, promulgò la nostra Carta Costituzionale, che entrò in vigore il 1° gennaio 1948. A scuola, ricordo, ci insegnavano di rispettare quella costituzione e i loro padri costituenti, ovvero gli uomini che per giorni e notti stettero sui tavoli a discutere, scrivere, limare gli articoli di un pezzo di futuro del nostro paese. Di questo, infatti, si trattava: di futuro. Eppure la nostra Costituzione nasceva dal recentissimo passato, dalle storie atroci scritte dai partigiani, dal loro coraggio e dalla loro forza di impegnarsi fortemente per il loro paese. Pietro Calamandrei, uno dei padri storici della Costituzione ebbe a scrivere: «Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. »
A scuola, ormai, si parla sempre meno di costituzione, dei principi fondamentali, del lavoro, del concetto di patria, di servizio, di cultura, di libertà. Non c’è tempo, si dice. Vero, non c’è più tempo per le parole che costruiscono i concetti, non c’è più tempo per ascoltare quelle voci di partigiani, quella loro voglia di confessare di aver regalato la loro vita affinché noi, con la libertà da loro conquistata, potessimo dire un giorno: «Non abbiamo tempo.»
Leggetela la Costituzione e, se non si ha tempo, provate a sbirciare anche velocemente almeno i dodici principi fondamentali, i primi dodici articoli. La costituzione si scarica gratuitamente come applicazione nei vostri smartphone. Fatelo. E pensate ai partigiani. Se io posso scrivere queste parole e voi potete liberamente leggere (o cestinarle) lo dovete soprattutto a loro. Ai partigiani, anima di questo paese.
Buona lettura e buona libertà. Buon compleanno Italia
A scuola, ormai, si parla sempre meno di costituzione, dei principi fondamentali, del lavoro, del concetto di patria, di servizio, di cultura, di libertà. Non c’è tempo, si dice. Vero, non c’è più tempo per le parole che costruiscono i concetti, non c’è più tempo per ascoltare quelle voci di partigiani, quella loro voglia di confessare di aver regalato la loro vita affinché noi, con la libertà da loro conquistata, potessimo dire un giorno: «Non abbiamo tempo.»
Leggetela la Costituzione e, se non si ha tempo, provate a sbirciare anche velocemente almeno i dodici principi fondamentali, i primi dodici articoli. La costituzione si scarica gratuitamente come applicazione nei vostri smartphone. Fatelo. E pensate ai partigiani. Se io posso scrivere queste parole e voi potete liberamente leggere (o cestinarle) lo dovete soprattutto a loro. Ai partigiani, anima di questo paese.
Buona lettura e buona libertà. Buon compleanno Italia