L'Unione Europea ha chiuso il conto: i 10,8 milioni di euro investiti dalla Regione per allestire la Flotta Sarda, noleggiando i due traghetti Saremar Scintu e Dimonios, sono da considerare aiuti di Stato e perciò illegittimi.
Soldi investititi per favorire una impresa impegnata nel libero mercato, dunque a discapito di tante altre che di quei benefici non hanno usufruito.
La Regione, in definitiva, dovrà restituire l'intera somma all'UE.
Una batosta per Ugo Cappellacci, una sconfitta piena con probabili strascichi sulla campagna elettorale del governatore che aspira alla riconferma.
Ma la sconfitta, aldilà dei tecnicismi giuridici, è tutta politica e smonta pienamente le fondamenta della stessa candidatura di Cappellacci.
Questa candidatura, ma anche quella di cinque anni fa.
Perché Cappellacci era il designato da Berlusconi, titolo di cui Ugo si fregiava per convincere gli elettori dell'occhio di riguardo che il governo del Cavaliere, con lui al comando, avrebbe avuto verso la Sardegna.
Mai, invece, ci fu governo più lontano dalle sorti dell'Isola.
Perché un governo che avesse davvero avuto a cuore le sorti della Sardegna, sarebbe intervenuto con decisione per impedire il cartello delle compagnie e l'esplosione incontrollata delle tariffe marittime.
Il trasporto marittimo, il diritto dei sardi di potersi spostare a costi da paese civile, era allora come oggi una delle prime emergenze della Sardegna.
Invece, quello stesso governo che si spacciava per amico fu complice del regime imposto dai signori del mare, al punto da costringere Cappellacci alla sospensione dal partito e, in tempi più recenti, ad ammettere che la Regione ebbe quale primo nemico proprio il governo Berlusconi.
La disgraziata Frottola sarda è stata, in buona parte, anche una maldestra risposta al voltafaccia di un governo che abbandonò la Sardegna e le impose la privatizzazione di Tirrenia.
Oggi, qualche anno dopo, Cappellacci prova a bissare il mandato grazie alla nomina dello stesso Berlusconie.
Capo di quel governo che fu del tutto inerte di fronte alla negazione del diritto al trasporto dei sardi.
Questa è la vera frottola che i sostenitori di Ugo non ammetteranno mai e che molti elettori hanno dimenticato.
Più frottola della stessa Frottola Sarda.
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Soldi investititi per favorire una impresa impegnata nel libero mercato, dunque a discapito di tante altre che di quei benefici non hanno usufruito.
La Regione, in definitiva, dovrà restituire l'intera somma all'UE.
Una batosta per Ugo Cappellacci, una sconfitta piena con probabili strascichi sulla campagna elettorale del governatore che aspira alla riconferma.
Ma la sconfitta, aldilà dei tecnicismi giuridici, è tutta politica e smonta pienamente le fondamenta della stessa candidatura di Cappellacci.
Questa candidatura, ma anche quella di cinque anni fa.
Perché Cappellacci era il designato da Berlusconi, titolo di cui Ugo si fregiava per convincere gli elettori dell'occhio di riguardo che il governo del Cavaliere, con lui al comando, avrebbe avuto verso la Sardegna.
Mai, invece, ci fu governo più lontano dalle sorti dell'Isola.
Perché un governo che avesse davvero avuto a cuore le sorti della Sardegna, sarebbe intervenuto con decisione per impedire il cartello delle compagnie e l'esplosione incontrollata delle tariffe marittime.
Il trasporto marittimo, il diritto dei sardi di potersi spostare a costi da paese civile, era allora come oggi una delle prime emergenze della Sardegna.
Invece, quello stesso governo che si spacciava per amico fu complice del regime imposto dai signori del mare, al punto da costringere Cappellacci alla sospensione dal partito e, in tempi più recenti, ad ammettere che la Regione ebbe quale primo nemico proprio il governo Berlusconi.
La disgraziata Frottola sarda è stata, in buona parte, anche una maldestra risposta al voltafaccia di un governo che abbandonò la Sardegna e le impose la privatizzazione di Tirrenia.
Oggi, qualche anno dopo, Cappellacci prova a bissare il mandato grazie alla nomina dello stesso Berlusconie.
Capo di quel governo che fu del tutto inerte di fronte alla negazione del diritto al trasporto dei sardi.
Questa è la vera frottola che i sostenitori di Ugo non ammetteranno mai e che molti elettori hanno dimenticato.
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