I tassisti madrileni si dividono in due categorie:
quelli con bocca sigillata, apparentemente privi del dono della parola e che dunque non ti permettono alcuna interlocuzione;
quelli che parlano sempre, ininterrottamente, e che dunque non ti permettono alcuna interlocuzione.
All'uscita della stazione centrale, finisco sulla Opel Zafira di un autista iscritto alla seconda categoria. Capisce al primo sguardo dal retrovisore che siamo italiani, riempie i polmoni come un sub prima di un'immersione e parte col suo monologo sul mondo. Lo lascerà incompiuto, all'arrivo sulla Gran Via.
Ha lavorato a Firenze, da Pitti. E il capitolo sull'Italia merita di essere rievocato.
"Io voi italiani non vi capisco. Siete un popolo che non capisco".
Vuole che gli domandi il perché e io gli domando:
"Perché?".
"Io non capisco come il popolo del Rinascimento possa avere permesso la sciagura di uno come Berlusconi al potere. Non me lo spiego: com'è possibile? E allora, con tutto il rispetto, sono costretto a concludere che non siate un grande popolo".
Vorrei intervenire, ma non mi è concesso.
"Però, poi, penso che non sono mai riuscito a vedere il finale di "La Vita è bella" di Benigni. Perché prima mi commuovo sempre, fino alle lacrime, perché non ho mai visto una miscela riuscita di drammatico e comico come in quel film. Perché c'è troppa poesia per non esserne travolti. Com'è possibile che voi italiani siate capaci di così tanto e di così poco?"
È la nostra Grande Bellezza, hombre!
quelli con bocca sigillata, apparentemente privi del dono della parola e che dunque non ti permettono alcuna interlocuzione;
quelli che parlano sempre, ininterrottamente, e che dunque non ti permettono alcuna interlocuzione.
All'uscita della stazione centrale, finisco sulla Opel Zafira di un autista iscritto alla seconda categoria. Capisce al primo sguardo dal retrovisore che siamo italiani, riempie i polmoni come un sub prima di un'immersione e parte col suo monologo sul mondo. Lo lascerà incompiuto, all'arrivo sulla Gran Via.
Ha lavorato a Firenze, da Pitti. E il capitolo sull'Italia merita di essere rievocato.
"Io voi italiani non vi capisco. Siete un popolo che non capisco".
Vuole che gli domandi il perché e io gli domando:
"Perché?".
"Io non capisco come il popolo del Rinascimento possa avere permesso la sciagura di uno come Berlusconi al potere. Non me lo spiego: com'è possibile? E allora, con tutto il rispetto, sono costretto a concludere che non siate un grande popolo".
Vorrei intervenire, ma non mi è concesso.
"Però, poi, penso che non sono mai riuscito a vedere il finale di "La Vita è bella" di Benigni. Perché prima mi commuovo sempre, fino alle lacrime, perché non ho mai visto una miscela riuscita di drammatico e comico come in quel film. Perché c'è troppa poesia per non esserne travolti. Com'è possibile che voi italiani siate capaci di così tanto e di così poco?"
È la nostra Grande Bellezza, hombre!