Secondo me contro la dispersione scolastica si sta agendo un po’ a naso.
(Volevo scrivere “a cazzo”, ché rende più l’idea, ma poi ho optato per un eufemismo).
Un po’ come quando apri l’anta del frigo e senti che c’è un odore fastidioso, senza riuscire a individuare quale sia l’alimento incriminato che lo provoca.
E allora apri il cassetto delle verdure e vedi se lì c’è qualcosa andata a male.
E allora Milia, dall’ufficio scolastico regionale, decide di dare dei tablet agli studenti, senza contenuti solo scatole vuote, i tablet non gli studenti.
Ma lui è convinto che un alunno demotivato possa ritrovare slancio ed entusiasmo all’idea di avere uno schermo e un pc, al posto di libri e quaderni…
e cosa ci vuoi fare?
E poi controlli i ripiani, uno per uno, avvicinando al naso ogni cibo.
E allora dall’assessorato al lavoro pianificano 1200 ore di stage per coinvolgere studenti fra i 15 e i 18 anni.
Ma loro sono convinti che quei ragazzi, che non c’hanno voglia di staccarsi dal divano dove sonnecchiano spalmati sopra tutto il pomeriggio, scatteranno come molle cariche per seguire ‘sti corsi… e cosa ci vuoi fare?
Proprio come fai nelle liti col frigo, applicando ovetti assorbiodori o lavando con l’aceto, si mettono in atto dei palliativi parzialmente inutili. Ignorando il fatto che non sono i cibi la causa della puzza, a meno che dentro al frigo non ci sia un cadavere in putrefazione.
La causa è proprio lui: il frigo.
Forse è la vaschetta, posta sopra al compressore, che ha formato della muffa oppure quell’elettrodomestico lì è vecchio, stanco e malandato e non riesce a svolgere più la sua funzione.
Stai pensando che il frigo sia una metafora della scuola?
Bingo!
(Volevo scrivere “a cazzo”, ché rende più l’idea, ma poi ho optato per un eufemismo).
Un po’ come quando apri l’anta del frigo e senti che c’è un odore fastidioso, senza riuscire a individuare quale sia l’alimento incriminato che lo provoca.
E allora apri il cassetto delle verdure e vedi se lì c’è qualcosa andata a male.
E allora Milia, dall’ufficio scolastico regionale, decide di dare dei tablet agli studenti, senza contenuti solo scatole vuote, i tablet non gli studenti.
Ma lui è convinto che un alunno demotivato possa ritrovare slancio ed entusiasmo all’idea di avere uno schermo e un pc, al posto di libri e quaderni…
e cosa ci vuoi fare?
E poi controlli i ripiani, uno per uno, avvicinando al naso ogni cibo.
E allora dall’assessorato al lavoro pianificano 1200 ore di stage per coinvolgere studenti fra i 15 e i 18 anni.
Ma loro sono convinti che quei ragazzi, che non c’hanno voglia di staccarsi dal divano dove sonnecchiano spalmati sopra tutto il pomeriggio, scatteranno come molle cariche per seguire ‘sti corsi… e cosa ci vuoi fare?
Proprio come fai nelle liti col frigo, applicando ovetti assorbiodori o lavando con l’aceto, si mettono in atto dei palliativi parzialmente inutili. Ignorando il fatto che non sono i cibi la causa della puzza, a meno che dentro al frigo non ci sia un cadavere in putrefazione.
La causa è proprio lui: il frigo.
Forse è la vaschetta, posta sopra al compressore, che ha formato della muffa oppure quell’elettrodomestico lì è vecchio, stanco e malandato e non riesce a svolgere più la sua funzione.
Stai pensando che il frigo sia una metafora della scuola?
Bingo!