Tutte le volte è una trepidazione, confida Vannina. Aspetti novembre sperando che tutto vada bene, che i sacrifici fatti e le spese sostenute non siano state inutili. Poi, a novembre, la fioritura dello zafferano ti riempie di gioia, e ti ripaga di tutto. Ma quante spese, aggiunge Renato, quante tasse sovradimensionate che richiede lo Stato, quanta burocrazia inutile.
Mi trovo nell’Azienda Agricola Cumpanzos, ad Olmedo, per presentare il mio libro sulla storia del disboscamento della Sardegna. Vannina e Renato ci ospitano in questo manufatto rustico che ricorda le antiche pinnette dei pastori sardi. Hanno molti progetti, oltre a coltivare lo zafferano con tanto di certificato biologico. Hanno attivato la fattoria didattica, e hanno il piacere di promuovere eventi culturali come appunto le presentazioni di libri.
Le difficoltà che soffrono gli agricoltori che si cimentano in una impresa nobile e meritoria come questa, che ricostruiscono dei saperi locali, con prodotti di altissima qualità, sono assurde.
Purtroppo sono in uso teorie economiche scellerate, vetuste, basate su grandi direttrici economiche, come l’industria petrolchimica, l’edilizia, che sono voragini senza fondo di finanziamenti pubblici. Vige ancora l’inveterata idea che bisogna attivare le “locomotive” per promuovere lo sviluppo, trascurando tutto il resto. Invece è dalla somma delle piccole cose, dei prodotti agroalimentari di qualità uniti alla valorizzazione del paesaggio e alla promozione di un turismo intelligente, che si può fare il cosiddetto “sistema integrato”. Mi rendo che sia più difficile, e anche meno conveniente per quell’intreccio che unisce in un perverso abbraccio economia e politica, occuparsi ed incentivare con progetti seri lo zafferano, il miele di corbezzolo, le piante ornamentali che si possono ricavare dalla flora endemica sarda, giusto per fare qualche esempio. Per non parlare della varietà dei vini, dei formaggi, degli ortaggi. Mi rendo conto che non sia facile studiare queste piccole, delicate e preziosissime filiere dell’agroalimentare di qualità, ed incentivarlo con assistenza, semplificazione burocratica, premialità fiscale e finanziaria. Ma è la stessa politica che poi non sostiene le filiere fondamentali per la nostra economia, del sughero e del suino, con scelte programmatorie davvero illogiche, se non interpretabili con la prosecuzione del parassitismo e del clientelismo politico.
La mia narrazione del disgraziato disboscamento della Sardegna volge così al termine, con le sue costanti storiche negative, di sfruttamento delle materie prime, di inquinamento ambientale e di consumo del territorio, che portano fino ai giorni nostri. Con chiari segnali politici di non avere ancora imparato molto da quegli errori. Lo squisito formaggio aromatizzato alla zafferano, con le altre prelibatezze offerte dall’Azienda Cumpanzos, mi fa dimenticare la stoltezza di quelle scelte. E mi ravviva la speranza per il futuro di questa terra. Aspettando il prossimo novembre.