Viene da chiederselo, almeno dovrebbe venire da chiederselo, un po' a tutti noi, com'è che facciano persone di così dubbia levatura a raggiungere posizioni e ruoli così "alti", autorevoli.
Le risposte sono tante e tutte gravitano intorno alle nostre ataviche e ben radicate, quanto venefiche, abitudini.
Che sono poi la sostanza e la forma del "costume" di un paese, dei suoi abitanti.
Abitudini che ci siamo abituati a prendere senza pensarci su tanto, abitudini che abbiamo assorbito quando le stalle erano piene e le vacche erano grasse, quando nessuno si lamentava del continuo trasgredire alle regole e alla civile morale, perché in molti ne traevano tornaconto. Nessuno si lamentava per le "pensioni baby" o "gold", tutti supini e zitti, quando in fila ti passava davanti il raccomandato di turno, invece di inveirgli contro si è corsi a cercare la "raccomandazione", a legare il proprio destino a quello di un improbabile politicante, improbabile proprio perché prometteva ed elargiva "raccomandazioni" anche se in forma inversamente proporzionale (più promesse = meno elargizioni). "Politicante" perchè, anche ai livelli più bassi, c'è più affarismo e commercio che politica, nei consessi istituzionali. Prova ne siano le continue incursioni delle magistrature in uffici e abitazioni di questi "improbabili". Prova ne sia lo stato del paese, del suo tessuto produttivo e culturale, dei suoi sistemi nell'insieme, sanità, istruzione, giustizia e conti pubblici. Ci siamo abituati - non uso il "ci hanno" perché ritengo chiunque possegga un cervello abbia di fatto anche la capacità di scindere- a troppe cose che sarebbe invece stato meglio evitare, ma la frittata è fatta. Il "neoliberismo" alla fine ha convinto tutti, con i suoi effetti speciali visivi, sonori e subliminali, siamo arrivati ad un punto in cui eravamo tutti convinti che si potesse essere tutti furbi, contemporaneamente, salvo poi rendersi conto ogni giorno di più di quanto siamo stati stolti, ingenui e, chi più chi meno, truffati un'altra volta ed in buona parte da noi stessi, perché complici. I risultati di cotante abitudini li vedi oggi sul viso delle persone, che ridono sempre meno, sempre meno spensierate. Li vedi nell'incapacità di gestire i nostri scarti e rifiuti ed in quella di capire cosa stia accadendo sul serio al mondo, lo vedi nello stato dei centri abitati e delle campagne, vittime illustri delle nostre abitudini, o meglio, di tutto quello che ci siamo abituati a sacrificare per "non vivere".
Ed io, francamente, tutta questa "bellezza" in tutto questo, davvero non riesco a vedercela.
Le risposte sono tante e tutte gravitano intorno alle nostre ataviche e ben radicate, quanto venefiche, abitudini.
Che sono poi la sostanza e la forma del "costume" di un paese, dei suoi abitanti.
Abitudini che ci siamo abituati a prendere senza pensarci su tanto, abitudini che abbiamo assorbito quando le stalle erano piene e le vacche erano grasse, quando nessuno si lamentava del continuo trasgredire alle regole e alla civile morale, perché in molti ne traevano tornaconto. Nessuno si lamentava per le "pensioni baby" o "gold", tutti supini e zitti, quando in fila ti passava davanti il raccomandato di turno, invece di inveirgli contro si è corsi a cercare la "raccomandazione", a legare il proprio destino a quello di un improbabile politicante, improbabile proprio perché prometteva ed elargiva "raccomandazioni" anche se in forma inversamente proporzionale (più promesse = meno elargizioni). "Politicante" perchè, anche ai livelli più bassi, c'è più affarismo e commercio che politica, nei consessi istituzionali. Prova ne siano le continue incursioni delle magistrature in uffici e abitazioni di questi "improbabili". Prova ne sia lo stato del paese, del suo tessuto produttivo e culturale, dei suoi sistemi nell'insieme, sanità, istruzione, giustizia e conti pubblici. Ci siamo abituati - non uso il "ci hanno" perché ritengo chiunque possegga un cervello abbia di fatto anche la capacità di scindere- a troppe cose che sarebbe invece stato meglio evitare, ma la frittata è fatta. Il "neoliberismo" alla fine ha convinto tutti, con i suoi effetti speciali visivi, sonori e subliminali, siamo arrivati ad un punto in cui eravamo tutti convinti che si potesse essere tutti furbi, contemporaneamente, salvo poi rendersi conto ogni giorno di più di quanto siamo stati stolti, ingenui e, chi più chi meno, truffati un'altra volta ed in buona parte da noi stessi, perché complici. I risultati di cotante abitudini li vedi oggi sul viso delle persone, che ridono sempre meno, sempre meno spensierate. Li vedi nell'incapacità di gestire i nostri scarti e rifiuti ed in quella di capire cosa stia accadendo sul serio al mondo, lo vedi nello stato dei centri abitati e delle campagne, vittime illustri delle nostre abitudini, o meglio, di tutto quello che ci siamo abituati a sacrificare per "non vivere".
Ed io, francamente, tutta questa "bellezza" in tutto questo, davvero non riesco a vedercela.