Anatolia era la ragazza più bella di Aglientu.
Lineamenti delicati che le attiravano addosso gli sguardi infuocati dei giovanotti del paese.
Era il 1930. Anatolia era felice, ma nella vita non si sa mai.
Anatolia fece un bagno freddo e si ammalò. Tubercolosi.
Visse pochi mesi. Portarono la sua salma su una lettiga costruita con scarti di assi di legno, dallo stazzo al cimitero del paese. La portarono a spalle.
La depositarono nella terra fredda, senza una bara, come si usava allora.
Il becchino, in piedi sull'orlo della fossa, soffermò lo sguardo su quei lineamenti delicati. La malattia non era stata capace di portarglieli via, ad Anatolia.
L'uomo estrasse un fazzoletto di stoffa grezza dalla tasca, lo dispiegò, poi si chinò sul cadavere.
Parenti e conoscenti lo osservarono senza fiato.
Il fazzoletto venne disteso con cura sul volto angelico di Anatolia.
Solo a quel punto il becchino ebbe il coraggio di scaraventare sul corpo freddo la prima badilata di terra.
(storia vera raccontatami da mia nonna Sebastiana Cossu)
Lineamenti delicati che le attiravano addosso gli sguardi infuocati dei giovanotti del paese.
Era il 1930. Anatolia era felice, ma nella vita non si sa mai.
Anatolia fece un bagno freddo e si ammalò. Tubercolosi.
Visse pochi mesi. Portarono la sua salma su una lettiga costruita con scarti di assi di legno, dallo stazzo al cimitero del paese. La portarono a spalle.
La depositarono nella terra fredda, senza una bara, come si usava allora.
Il becchino, in piedi sull'orlo della fossa, soffermò lo sguardo su quei lineamenti delicati. La malattia non era stata capace di portarglieli via, ad Anatolia.
L'uomo estrasse un fazzoletto di stoffa grezza dalla tasca, lo dispiegò, poi si chinò sul cadavere.
Parenti e conoscenti lo osservarono senza fiato.
Il fazzoletto venne disteso con cura sul volto angelico di Anatolia.
Solo a quel punto il becchino ebbe il coraggio di scaraventare sul corpo freddo la prima badilata di terra.
(storia vera raccontatami da mia nonna Sebastiana Cossu)