Diversi anni or sono, in qualità di supplente idealista, entusiasta ed ottimista insegnavo a piccoli alunni di una scuola elementare di un piccolo paesino, in un piccolo plesso di periferia. Insegnavo italiano, materia che si prestava ad abbracciare numerose tematiche d’importanza sociale ed educativa. Disciplina che offriva un permanente lasciapassare al mio spirito animalista di far capolino di continuo, rigurgitando i suoi pincìpi persino in aula.
Ne approfitto per sensibilizzarli un po’ all’amore e al rispetto verso gli animali – mi ero detta un giorno -.
Ne scaturì una discussione interessante con la quale, per induzione, li avevo portati a capire che un animale, a differenza dell’uomo, non ne attacca un altro se non spinto da bisogni primari.
Avevano compreso, o sembravano aver compreso, che le bestie, pur agendo di istinto, non conosco sentimenti come perfidia, crudeltà, cattiveria.
E dopo ben 3 ore si serrata conversazione sull’argomento, mi decido ad assegnare il tema:
“Anche gli animali ci insegnano qualcosa…”
Dopo circa un’ora si avvicina alla cattedra un bimbetto con due occhi che trasudavano una vivacità intellettuale inversamente proporzionale alla sua abituale arguzia.
Poggia il quaderno sulla cattedra e sfodera il suo sorriso più smagliante, accompagnato da uno sguardo carico di compiacimento, che mi aveva indotta a pensare che quel quaderno contenesse il frutto di qualcosa di decente.
La pagina recava il seguente testo:
TEMA
Anche gli animali ci insegnano qualcosa…
SVOLGIMENTO
L’altro giorno stavo andando a casa ed ho incontrato un cane. Era bello, bianco e nero e mi ha insegnato qualcosa: mi ha insegnato ad andare a 4 zampe.
La professione dell’insegnante sarà anche sottopagata, ma dà un sacco di soddisfazioni.