.Quando ammazzano qualcuno e l'assassino si rende irreperibile, cosicché il fatto di sangue viene riportato all'unanimità da tutte le cronache nazionali, io passo i giorni seguenti col fiato sospeso.
Il massacro di Caselle, ad esempio, mi ha lasciato in ansia per il tutta la durata delle indagini e finché il colpevole non è stato acciuffato.
Questo coinvolgimento emotivo non ha nulla a che vedere col fatto di sapere in libertà un criminale. E neppure con la strage di vittime innocenti, che mi provoca piuttosto dolore e rabbia.
Io sto in ansia fin quando non so se l'omicida è un italiano o un immigrato.
Ammazzare qualcuno è un brutale ed inaccettabile atto di violenza, indipendentemente dalla lingua e dal colore della pelle di chi ha posto fine ai giorni delle vittime.
Ma se lo sterminatore dovesse essere un immigrato, io so che nei giorni successivi la Lega organizzerà petizioni e fiaccolate contro gli extracomunitari, che in rete i razzisti in servizio permanente effettivo soffieranno sul fuoco dell'intolleranza, che si rispolvereranno bestialità e luoghi comuni basati sull'equazione non italiano uguale delinquente, che in tutti i talk show politici apparirà Matteo Salvini, una delle più basse espressioni della politica italiana.
So che sul crimine imputato ad un immigrato si sono costruite e si costruiranno programmi politici e carriere di politici. So che tanta gente non aspetta altro. Forse la chiamano cronaca nera perché ormai ha sempre un risvolto razzista.
Io, francamente, questa inciviltà non la reggo più.
E non reggo più chi trasforma ogni cadavere in un oggetto di battaglia politica. Avete trasformato l'Italia in un paese dove non si aspetta il nome dell'assassino, ma il suo paese di nascita.
Il massacro di Caselle, ad esempio, mi ha lasciato in ansia per il tutta la durata delle indagini e finché il colpevole non è stato acciuffato.
Questo coinvolgimento emotivo non ha nulla a che vedere col fatto di sapere in libertà un criminale. E neppure con la strage di vittime innocenti, che mi provoca piuttosto dolore e rabbia.
Io sto in ansia fin quando non so se l'omicida è un italiano o un immigrato.
Ammazzare qualcuno è un brutale ed inaccettabile atto di violenza, indipendentemente dalla lingua e dal colore della pelle di chi ha posto fine ai giorni delle vittime.
Ma se lo sterminatore dovesse essere un immigrato, io so che nei giorni successivi la Lega organizzerà petizioni e fiaccolate contro gli extracomunitari, che in rete i razzisti in servizio permanente effettivo soffieranno sul fuoco dell'intolleranza, che si rispolvereranno bestialità e luoghi comuni basati sull'equazione non italiano uguale delinquente, che in tutti i talk show politici apparirà Matteo Salvini, una delle più basse espressioni della politica italiana.
So che sul crimine imputato ad un immigrato si sono costruite e si costruiranno programmi politici e carriere di politici. So che tanta gente non aspetta altro. Forse la chiamano cronaca nera perché ormai ha sempre un risvolto razzista.
Io, francamente, questa inciviltà non la reggo più.
E non reggo più chi trasforma ogni cadavere in un oggetto di battaglia politica. Avete trasformato l'Italia in un paese dove non si aspetta il nome dell'assassino, ma il suo paese di nascita.