di Gavino Minutti
Non amo chi sventola nodi scorsoi come fossero vessilli; non amo i processi mediatici e rifuggo i professionisti del giustizialismo in servizio permanente; non amo gli eunuchi che sbavano libido sulle disgrazie altrui mentre candeggiano i propri malvezzi costruendovi carriere e fortune economiche. Ho talmente assimilato l’assunto che una persona è innocente fino a prova contraria, accertata e definitiva, che reputo che il peggior veleno per un paese sia quello di affidare la selezione della classe politica alla magistratura. Questo è un problema serio per la democrazia con cui la sinistra italiana dovrà prima o poi fare i conti. Abbattuta la “preda” grossa ed eliminati i nemici dichiarati, dissi in tempi non sospetti, toccherà poi agli amici che non piacciono nei salotti esoterici. L’avviso di garanzia garrito come randello politico deve seriamente far riflettere tutti.
Non conosco Francesca Barracciu; non l’ho votata alle primarie perché non ho avuto modo di apprezzare la sua “proposta” politica e perché percepii allora l’idea che fosse scortata da una compagnia di giro troppa variopinta. Ma se il suo partito l’aveva preferita con un così ampio suffragio ritengo non fosse solo perché lo stato maggiore era incolonnato da quella parte, non solo perché avrebbe assicurato un punto di sintesi tra fazioni in lotta come nella guerra dei cent’anni, fra tregue e repentine imboscate. Ritengo che un consenso largo come quello conseguito alle primarie del 30 settembre sia anche frutto di meriti propri, di ostinato lavoro e di capacità di farsi largo in un mondo dove vince solitamente chi fa pipì in piedi. Come ho già detto in un altro post, Francesca Barracciu ha diritto al sostegno del suo partito e saremo lieti nel momento in cui la sua pratica verrà archiviata, perché verrà riconosciuta persona perbene. Questa battaglia, com’è giusto che sia, la dovrà combattere non da possibile Governatrice, ma da altre postazioni.
Ma la cosa malinconica e deprimente di questa vicenda non è solo com’è stata gestita l’incombenza dai vertici regionali e nazionali del partito, ma il suo epilogo. Penso ad esempio al ruolo svolto da Soru sulla candidatura della Barracciu, il quale ha giocato la parte del fido consigliere, di guida saggia e di sponsor tecnico ufficiale; poi primo a scaricarla ed infine il colpo d’ala, di genio. La botta del politico accorto, dove viene fuori la propensione dell’uomo all’innovazione e al cambiamento, del condottiero che solo qualche lustro addietro faceva fantasticare mezza Sardegna, che faceva persino piangere vecchi compagni, risvegliando in loro l’orgoglio dell’appartenenza, della diversità, del sogno e del riscatto dei sardi. Il comandante che ha afferrato il tempo d’oggi e compreso la direzione da intraprendere, cosa fa? L’agente assicuratore. Una polizza per Francesca Barracciu che se avesse fatto il famigerato passo indietro da tutti invocato, gli verrebbe salvaguardato il futuro, qualcosa di importante che potesse risarcire una carriera politica andata oramai a carte quarant’otto.
Neppure nella peggiore epopea della prima repubblica credo si sia raggiunto un tale livello di indecenza dei politici nei riguardi dei comuni mortali. In qualunque buco di ufficio o in qualsiasi lercio lavoro se uno è investigato di appropriarsi indebitamente di denaro, che si fa? come minimo si attendono gli esiti, forse in certi casi non verrebbe denunciato per carità cristiana, ma certamente non gli verrebbe garantito alcunché. La politica invece in barba ad ogni più elementare principio di buon senso, come agisce? Soprattutto quella politica che dice di voler “cambiare verso all’Italia”, viceversa assicura un generoso stipendio o un lauto vitalizio. Se questi sono i prodomi della svolta, del cambio di passo, temo che Renzi durerà ancor meno di quanto egli incominci a temere.
Non amo chi sventola nodi scorsoi come fossero vessilli; non amo i processi mediatici e rifuggo i professionisti del giustizialismo in servizio permanente; non amo gli eunuchi che sbavano libido sulle disgrazie altrui mentre candeggiano i propri malvezzi costruendovi carriere e fortune economiche. Ho talmente assimilato l’assunto che una persona è innocente fino a prova contraria, accertata e definitiva, che reputo che il peggior veleno per un paese sia quello di affidare la selezione della classe politica alla magistratura. Questo è un problema serio per la democrazia con cui la sinistra italiana dovrà prima o poi fare i conti. Abbattuta la “preda” grossa ed eliminati i nemici dichiarati, dissi in tempi non sospetti, toccherà poi agli amici che non piacciono nei salotti esoterici. L’avviso di garanzia garrito come randello politico deve seriamente far riflettere tutti.
Non conosco Francesca Barracciu; non l’ho votata alle primarie perché non ho avuto modo di apprezzare la sua “proposta” politica e perché percepii allora l’idea che fosse scortata da una compagnia di giro troppa variopinta. Ma se il suo partito l’aveva preferita con un così ampio suffragio ritengo non fosse solo perché lo stato maggiore era incolonnato da quella parte, non solo perché avrebbe assicurato un punto di sintesi tra fazioni in lotta come nella guerra dei cent’anni, fra tregue e repentine imboscate. Ritengo che un consenso largo come quello conseguito alle primarie del 30 settembre sia anche frutto di meriti propri, di ostinato lavoro e di capacità di farsi largo in un mondo dove vince solitamente chi fa pipì in piedi. Come ho già detto in un altro post, Francesca Barracciu ha diritto al sostegno del suo partito e saremo lieti nel momento in cui la sua pratica verrà archiviata, perché verrà riconosciuta persona perbene. Questa battaglia, com’è giusto che sia, la dovrà combattere non da possibile Governatrice, ma da altre postazioni.
Ma la cosa malinconica e deprimente di questa vicenda non è solo com’è stata gestita l’incombenza dai vertici regionali e nazionali del partito, ma il suo epilogo. Penso ad esempio al ruolo svolto da Soru sulla candidatura della Barracciu, il quale ha giocato la parte del fido consigliere, di guida saggia e di sponsor tecnico ufficiale; poi primo a scaricarla ed infine il colpo d’ala, di genio. La botta del politico accorto, dove viene fuori la propensione dell’uomo all’innovazione e al cambiamento, del condottiero che solo qualche lustro addietro faceva fantasticare mezza Sardegna, che faceva persino piangere vecchi compagni, risvegliando in loro l’orgoglio dell’appartenenza, della diversità, del sogno e del riscatto dei sardi. Il comandante che ha afferrato il tempo d’oggi e compreso la direzione da intraprendere, cosa fa? L’agente assicuratore. Una polizza per Francesca Barracciu che se avesse fatto il famigerato passo indietro da tutti invocato, gli verrebbe salvaguardato il futuro, qualcosa di importante che potesse risarcire una carriera politica andata oramai a carte quarant’otto.
Neppure nella peggiore epopea della prima repubblica credo si sia raggiunto un tale livello di indecenza dei politici nei riguardi dei comuni mortali. In qualunque buco di ufficio o in qualsiasi lercio lavoro se uno è investigato di appropriarsi indebitamente di denaro, che si fa? come minimo si attendono gli esiti, forse in certi casi non verrebbe denunciato per carità cristiana, ma certamente non gli verrebbe garantito alcunché. La politica invece in barba ad ogni più elementare principio di buon senso, come agisce? Soprattutto quella politica che dice di voler “cambiare verso all’Italia”, viceversa assicura un generoso stipendio o un lauto vitalizio. Se questi sono i prodomi della svolta, del cambio di passo, temo che Renzi durerà ancor meno di quanto egli incominci a temere.