Ricordo che qualche tempo fa avevo seguito una conferenza di medicina psicosomatica. La relatrice, una dottoressa che aveva da tempo abbandonato il camice bianco, si era rivolta alla platea e aveva domandato: “quanti medici ci sono qua dentro?”
Una decina di mani si erano sollevate orgogliose, come dire “attenta a ciò che affermi ché noi siamo dei tecnici e se spari cazzate ce ne accorgiamo”.
Lei con un sorriso sornione, come di chi la sa lunga, rivolgendosi agli altri aveva aggiunto: “State attenti, perché questi qui vi uccidono!”
Certo, l’affermazione era forte e sicuramente provocatoria, ma la tizia non aveva tutti i torti, probabilmente.
In buona sostanza asseriva che il dolore, il malessere e le infiammazioni siano la spia dell’incrinarsi dell’equilibrio di una parte del corpo e che far sparire questi sintomi con un medicinale significava disinserire l’allarme antifumo dopo che questo segnalava il focolaio di un incendio.
Ovvio che ciò non implicasse necessariamente il rifiuto di una pastiglia che desse sollievo ma, contestualmente, esortava ad indagare, frugando nel cervello, per scovare ciò che aveva causato quei sintomi.
Perché l’origine era lì, nel cervello.
Alla fine della conferenza la sua filosofia mi era sembrata un po’ troppo netta e radicale e cesellata con lo scalpello, per la mia formazione da paziente abituata a recarsi nell’ambulatorio del medico di base ogni qualvolta ne ravvisasse il bisogno.
Ma poi, col tempo, grazie ad eminenti luminari nel campo della sanità del calibro di Duilio Poggiolini in primis e Francesco De Lorenzo a seguire, senza volerci privare dell’illustre arrivo di Beatrice Lorenzin, qualcosa nella mia mente è cambiato.
Mi domando come ci si possa fidare di chi intasca tangenti dalle case farmaceutiche affinché un medicinale venga immesso nel mercato e diffuso il più possibile? O, ancora peggio, di chi rende obbligatoria la vaccinazione, tipo quella per l’epatite B, perché ha percepito 600 milioni delle vecchie lire? O di una cretina che blocca la sperimentazione del metodo che usa le staminali, benché unico spiraglio di salvezza, perché pericoloso?
Eh no, miei cari, mi viene da pensare che quelli pericolosi siate voi!
Siete pericolosi perché avete tutto l’interesse a volerci malati e bisognosi di cure.
Siete nocivi perché pronti a bloccare qualsiasi cosa apra uno spiraglio nella risoluzione e controllo di patologie invalidanti, che smetterebbero così di foraggiare le case farmaceutiche, ingrassate dal nostro dolore.
Siete letali perché ci stupite con la mano destra solo per ingannarci con la sinistra.
E se è logico che per una polmonite non mi curo coi fiori di Bach, ma con antibiotici, è altrettanto sensato che prima di prendere una pastiglia mi chieda se davvero dei suoi benefici ne godrò più io o il titolare delle casa farmaceutica che la produce.
Una decina di mani si erano sollevate orgogliose, come dire “attenta a ciò che affermi ché noi siamo dei tecnici e se spari cazzate ce ne accorgiamo”.
Lei con un sorriso sornione, come di chi la sa lunga, rivolgendosi agli altri aveva aggiunto: “State attenti, perché questi qui vi uccidono!”
Certo, l’affermazione era forte e sicuramente provocatoria, ma la tizia non aveva tutti i torti, probabilmente.
In buona sostanza asseriva che il dolore, il malessere e le infiammazioni siano la spia dell’incrinarsi dell’equilibrio di una parte del corpo e che far sparire questi sintomi con un medicinale significava disinserire l’allarme antifumo dopo che questo segnalava il focolaio di un incendio.
Ovvio che ciò non implicasse necessariamente il rifiuto di una pastiglia che desse sollievo ma, contestualmente, esortava ad indagare, frugando nel cervello, per scovare ciò che aveva causato quei sintomi.
Perché l’origine era lì, nel cervello.
Alla fine della conferenza la sua filosofia mi era sembrata un po’ troppo netta e radicale e cesellata con lo scalpello, per la mia formazione da paziente abituata a recarsi nell’ambulatorio del medico di base ogni qualvolta ne ravvisasse il bisogno.
Ma poi, col tempo, grazie ad eminenti luminari nel campo della sanità del calibro di Duilio Poggiolini in primis e Francesco De Lorenzo a seguire, senza volerci privare dell’illustre arrivo di Beatrice Lorenzin, qualcosa nella mia mente è cambiato.
Mi domando come ci si possa fidare di chi intasca tangenti dalle case farmaceutiche affinché un medicinale venga immesso nel mercato e diffuso il più possibile? O, ancora peggio, di chi rende obbligatoria la vaccinazione, tipo quella per l’epatite B, perché ha percepito 600 milioni delle vecchie lire? O di una cretina che blocca la sperimentazione del metodo che usa le staminali, benché unico spiraglio di salvezza, perché pericoloso?
Eh no, miei cari, mi viene da pensare che quelli pericolosi siate voi!
Siete pericolosi perché avete tutto l’interesse a volerci malati e bisognosi di cure.
Siete nocivi perché pronti a bloccare qualsiasi cosa apra uno spiraglio nella risoluzione e controllo di patologie invalidanti, che smetterebbero così di foraggiare le case farmaceutiche, ingrassate dal nostro dolore.
Siete letali perché ci stupite con la mano destra solo per ingannarci con la sinistra.
E se è logico che per una polmonite non mi curo coi fiori di Bach, ma con antibiotici, è altrettanto sensato che prima di prendere una pastiglia mi chieda se davvero dei suoi benefici ne godrò più io o il titolare delle casa farmaceutica che la produce.