Alcune le avevo sapevo già. Altre le ho viste solo dopo aver visto Cleopatra. E sono queste:
Partendo da La Maddalena per andare a Olbia, le prime ferite gravi si vedono solo dopo Palau. Aumentano dopo Arzachena e diventano agghiaccianti dentro Olbia, lungo i canali e nelle zone adiacenti.
Le colline, anche a guardarle con attenzione, sembrano perfette. Come se non avessero motivo di scomporsi per una Cleopatra qualsiasi.
I mucchi di roba messa fuori dalle case in attesa del camion che se li porti via, sembrano tutti uguali. Un po’ come gli sconosciuti. Basta poco per capire che non è così, ma all’inizio sembrano veramente uguali.
Le persone hanno ancora una sorta di fiuto che le porta a valutare velocemente chi hanno di fronte, senza troppo ragionare. Un vigile sconosciuto e cazzuto chiamato a chiudere una zona critica, ti si mette a disposizione come un francescano delle missioni appena gli dici che stai portando pacchi di cibo alle famiglie colpite; gli stessi pacchi che mezz’ora prima ti avevano affidato altri sconosciuti, senza neanche chiederti chi eri, solo perché avevi detto loro che volevi dare una mano a distribuire gli aiuti.
C’è chi è talmente meschino da volersi intestare il bene che altri stanno facendo. Tanti altri.
L’acqua è peggio del fuoco.
L’idiozia data dall’avidità è peggio dell’acqua.
La gente colpita da catastrofe piange più facilmente davanti a una telecamera, ma solo perché davanti a una telecamera si ferma a pensare al passato, mentre quando non gli rompono i coglioni con le interviste si può dedicare a pulire, riordinare, aggiustare, ripartire e pensare al futuro. È molto più faticoso ma molto meno doloroso.
Rendersi conto è una delle cose più difficili.
Un’alluvione vista fuori dalla televisione sembra finta. Come se fosse incompleta. Sto cercando di capire dov’è la fregatura.
Molti dicono che non è questo il tempo della polemica. Li capisco ma non sono d’accordo. Il tempo della polemica è questo, perché poi il re non sarà più nudo, e verrà male riconoscerlo dal fatto che ha la faccia come il culo.
Lara Comi è cretina.
Quando una parte del PD ha archiviato Soru favorendo la vittoria di Cappellacci, lo ha fatto per ragioni legate alla speculazione edilizia. Questo io me lo ricorderò. Ricordatevelo anche voi.
Il giorno in cui i sardi la smetteranno di sentirsi in colpa per le cose sbagliate e inizieranno a sentirsi in colpa per le cose di cui sono veramente responsabili, vorrà dire che avranno ritrovato una coscienza e un’identità. Non so se quel giorno arriverà. Ma se dovesse arrivare, per chi dico io saranno cazzi.
Quel giorno i sardi ritroveranno anche una visione.
Non lo sapevo fino a ieri, ma Olbia è anche la mia città, e io le voglio bene.
Partendo da La Maddalena per andare a Olbia, le prime ferite gravi si vedono solo dopo Palau. Aumentano dopo Arzachena e diventano agghiaccianti dentro Olbia, lungo i canali e nelle zone adiacenti.
Le colline, anche a guardarle con attenzione, sembrano perfette. Come se non avessero motivo di scomporsi per una Cleopatra qualsiasi.
I mucchi di roba messa fuori dalle case in attesa del camion che se li porti via, sembrano tutti uguali. Un po’ come gli sconosciuti. Basta poco per capire che non è così, ma all’inizio sembrano veramente uguali.
Le persone hanno ancora una sorta di fiuto che le porta a valutare velocemente chi hanno di fronte, senza troppo ragionare. Un vigile sconosciuto e cazzuto chiamato a chiudere una zona critica, ti si mette a disposizione come un francescano delle missioni appena gli dici che stai portando pacchi di cibo alle famiglie colpite; gli stessi pacchi che mezz’ora prima ti avevano affidato altri sconosciuti, senza neanche chiederti chi eri, solo perché avevi detto loro che volevi dare una mano a distribuire gli aiuti.
C’è chi è talmente meschino da volersi intestare il bene che altri stanno facendo. Tanti altri.
L’acqua è peggio del fuoco.
L’idiozia data dall’avidità è peggio dell’acqua.
La gente colpita da catastrofe piange più facilmente davanti a una telecamera, ma solo perché davanti a una telecamera si ferma a pensare al passato, mentre quando non gli rompono i coglioni con le interviste si può dedicare a pulire, riordinare, aggiustare, ripartire e pensare al futuro. È molto più faticoso ma molto meno doloroso.
Rendersi conto è una delle cose più difficili.
Un’alluvione vista fuori dalla televisione sembra finta. Come se fosse incompleta. Sto cercando di capire dov’è la fregatura.
Molti dicono che non è questo il tempo della polemica. Li capisco ma non sono d’accordo. Il tempo della polemica è questo, perché poi il re non sarà più nudo, e verrà male riconoscerlo dal fatto che ha la faccia come il culo.
Lara Comi è cretina.
Quando una parte del PD ha archiviato Soru favorendo la vittoria di Cappellacci, lo ha fatto per ragioni legate alla speculazione edilizia. Questo io me lo ricorderò. Ricordatevelo anche voi.
Il giorno in cui i sardi la smetteranno di sentirsi in colpa per le cose sbagliate e inizieranno a sentirsi in colpa per le cose di cui sono veramente responsabili, vorrà dire che avranno ritrovato una coscienza e un’identità. Non so se quel giorno arriverà. Ma se dovesse arrivare, per chi dico io saranno cazzi.
Quel giorno i sardi ritroveranno anche una visione.
Non lo sapevo fino a ieri, ma Olbia è anche la mia città, e io le voglio bene.