Non voglio assolutamente sminuire le cose belle che stanno succedendo in questi giorni in Sardegna.La solidarietà concreta che molti Sardi stanno dimostrando ai nostri connazionali colpiti da questa tragedia è commovente.
Ma non credo di far torto a nessuno se dico che questa generosità non basterà a evitare le tragedie prossime.
Se nulla dovesse cambiare, c’è solo da aspettare e prima o poi piangeremo altre morti tanto prevedibili quanto inutili.
E quello che deve cambiare siamo noi e il nostro modo di guardare alla terra in cui viviamo.
Dobbiamo sentirci responsabili del nostro habitat.
Non dobbiamo più permettere che venga trattato come una merce di scambio, la cui unica funzione sia quella di far arricchire gli speculatori: http://sardegnablogger.weebly.com/1/post/2013/11/money-non-importa-se-diluvia-marco-zurru.html
Questa volta l’arricchimento di pochi ha comportato la morte di sedici persone e tante sofferenze per migliaia di altre e tutto questo era prevedibile.
Il ciclone Cleopatra non è un fenomeno anomalo e questo l’hanno ripetuto tutti gli esperti.
Il ricordo di nubifragi e alluvioni paragonabili penso siano nella memoria di tutti e la loro descrizione si trova già in Voyage en Sardaigne di La Marmora.
Questa volta il caso ha voluto che il fenomeno si verificasse in una delle zone in cui più avidamente si sono scatenati gli speculatori del mattone.
Era nelle logica delle cose che prima o poi finisse veramente male.
Era soltanto questione di tempo.
Ma i cannibali del mattone selvaggio non hanno operato da soli.
C’è stato chi gliel’ha permesso: penso che a Olbia tutti sappiano chi sono i politici che hanno permesso di preparare la strage.
Lascio ad altri blogger liberi il compito di denunciare queste complicità, io dall’Olanda non posso informarmi a sufficienza.
Quello che posso dire è che a Olbia questi politici godevano, ovviamente, di consenso e così la loro politica di cementificazione selvaggia.
Chiaro, altrimenti non sarebbero stati eletti.
Essì, miei cari, eletti ed elettori hanno tutti responsabilità, anche se non in modo uguale.
Basti quest’esempio per capire quanto lontano arrivi quest’intreccio di interessi: “La signora che costruì sul fiume: “Risarcitemi”. Olbia, 21 condoni. In Via Lazio, ad Olbia, è venuto giù tutto, la marea d’acqua ha distrutto tutto quello che incontrava al suo passaggio. E’ qui, fra i detriti e le macerie, che si aggirava ieri il sindaco Gianni Giovannelli quando una signora gli ha urlato contro con rabbia: “Adesso chi li paga questi danni?” Giovannelli le ha risposto con calma che proprio lì dove c’era la sua casa esisteva da sempre un alveo del fiume, non era il caso di avanzare richieste. “Certo che avanzo, siete voi che non mi avete impedito di costruire” è stata la replica immediata della signora.”
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/sardegna-signora-costrui-sul-fiume-olbia-21-condoni-1724271/?fb_action_ids=10200850730492908&fb_action_types=og.recommends&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%2210200850730492908%22%3A669888183046024%7D&action_type_map=%7B%2210200850730492908%22%3A%22og.recommends%22%7D&action_ref_map=%5B%5D
La strage non è figlia di Cleopatra: questa al massimo avrebbe potuto ammazzare alcuni sfortunati, come sempre.
La strage è figlia della cultura di cui quella donna di Olbia è portatrice, la cultura dell’irresponsabilità verso il proprio habitat, ma anche verso sé stessi.
Questa è la cultura che dobbiamo espellere da noi stessi e dalla nostra terra.
Non sarà facile.
I responsabili dello scempio sta già correndo ai ripari e provvedendo a inquinare le coscienze dei Sardi.
Leggetevi cosa fa scrivere il costruttore Zuncheddu al direttore del suo giornale:”Non ce la sentiamo di prendercela solo con le amministrazioni, perché a volte il mostro burocratico è sordo e cieco. ” http://anthonymuroni.blog.unionesarda.it/2013/11/21/undici-anni-quattro-giunte-regionali-nessun-piano-delle-fasce-fluviali/
Alé, liberi tutti!
Tutta colpa della burocrazia, a sua volta cieca, sorda e soprattutto senza volto!
Nessuno è responsabile, appunto come pretende la signora di Olbia.
Ma è soprattutto Cappellacci a venirne fuori vergine e martire.
Come se non sapessimo tutti del patto che lo lega a Zuncheddu.
Insomma, siamo alle solite: nos bolent corrudos e cullionados…
Come vedete, i quattrini si fanno prima di tutto spacciando disinformazione, incultura, ignoranza.
Beh, adesso, noi blogger che facciamo controinformazione, la nostra parte la stiamo facendo.
Ma tocca soprattutto ai nostri lettori non accontentarsi di leggere quello che diciamo noi, ma di dare il loro contributo alla lotta contro la cultura dell’irresponsabilità, della giustificazione dell’avidità di pochi, ma ricchi e potenti, ai danni della maggioranza finora divisa e rassegnata.
Adesso abbiamo visto in modo drammatico a cosa ci stanno portando questi cannibali e dobbiamo scegliere da che parte stare.
Con loro o dalla parte del nostro habitat, della nostra terra, di noi stessi?
Ma non credo di far torto a nessuno se dico che questa generosità non basterà a evitare le tragedie prossime.
Se nulla dovesse cambiare, c’è solo da aspettare e prima o poi piangeremo altre morti tanto prevedibili quanto inutili.
E quello che deve cambiare siamo noi e il nostro modo di guardare alla terra in cui viviamo.
Dobbiamo sentirci responsabili del nostro habitat.
Non dobbiamo più permettere che venga trattato come una merce di scambio, la cui unica funzione sia quella di far arricchire gli speculatori: http://sardegnablogger.weebly.com/1/post/2013/11/money-non-importa-se-diluvia-marco-zurru.html
Questa volta l’arricchimento di pochi ha comportato la morte di sedici persone e tante sofferenze per migliaia di altre e tutto questo era prevedibile.
Il ciclone Cleopatra non è un fenomeno anomalo e questo l’hanno ripetuto tutti gli esperti.
Il ricordo di nubifragi e alluvioni paragonabili penso siano nella memoria di tutti e la loro descrizione si trova già in Voyage en Sardaigne di La Marmora.
Questa volta il caso ha voluto che il fenomeno si verificasse in una delle zone in cui più avidamente si sono scatenati gli speculatori del mattone.
Era nelle logica delle cose che prima o poi finisse veramente male.
Era soltanto questione di tempo.
Ma i cannibali del mattone selvaggio non hanno operato da soli.
C’è stato chi gliel’ha permesso: penso che a Olbia tutti sappiano chi sono i politici che hanno permesso di preparare la strage.
Lascio ad altri blogger liberi il compito di denunciare queste complicità, io dall’Olanda non posso informarmi a sufficienza.
Quello che posso dire è che a Olbia questi politici godevano, ovviamente, di consenso e così la loro politica di cementificazione selvaggia.
Chiaro, altrimenti non sarebbero stati eletti.
Essì, miei cari, eletti ed elettori hanno tutti responsabilità, anche se non in modo uguale.
Basti quest’esempio per capire quanto lontano arrivi quest’intreccio di interessi: “La signora che costruì sul fiume: “Risarcitemi”. Olbia, 21 condoni. In Via Lazio, ad Olbia, è venuto giù tutto, la marea d’acqua ha distrutto tutto quello che incontrava al suo passaggio. E’ qui, fra i detriti e le macerie, che si aggirava ieri il sindaco Gianni Giovannelli quando una signora gli ha urlato contro con rabbia: “Adesso chi li paga questi danni?” Giovannelli le ha risposto con calma che proprio lì dove c’era la sua casa esisteva da sempre un alveo del fiume, non era il caso di avanzare richieste. “Certo che avanzo, siete voi che non mi avete impedito di costruire” è stata la replica immediata della signora.”
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/sardegna-signora-costrui-sul-fiume-olbia-21-condoni-1724271/?fb_action_ids=10200850730492908&fb_action_types=og.recommends&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%2210200850730492908%22%3A669888183046024%7D&action_type_map=%7B%2210200850730492908%22%3A%22og.recommends%22%7D&action_ref_map=%5B%5D
La strage non è figlia di Cleopatra: questa al massimo avrebbe potuto ammazzare alcuni sfortunati, come sempre.
La strage è figlia della cultura di cui quella donna di Olbia è portatrice, la cultura dell’irresponsabilità verso il proprio habitat, ma anche verso sé stessi.
Questa è la cultura che dobbiamo espellere da noi stessi e dalla nostra terra.
Non sarà facile.
I responsabili dello scempio sta già correndo ai ripari e provvedendo a inquinare le coscienze dei Sardi.
Leggetevi cosa fa scrivere il costruttore Zuncheddu al direttore del suo giornale:”Non ce la sentiamo di prendercela solo con le amministrazioni, perché a volte il mostro burocratico è sordo e cieco. ” http://anthonymuroni.blog.unionesarda.it/2013/11/21/undici-anni-quattro-giunte-regionali-nessun-piano-delle-fasce-fluviali/
Alé, liberi tutti!
Tutta colpa della burocrazia, a sua volta cieca, sorda e soprattutto senza volto!
Nessuno è responsabile, appunto come pretende la signora di Olbia.
Ma è soprattutto Cappellacci a venirne fuori vergine e martire.
Come se non sapessimo tutti del patto che lo lega a Zuncheddu.
Insomma, siamo alle solite: nos bolent corrudos e cullionados…
Come vedete, i quattrini si fanno prima di tutto spacciando disinformazione, incultura, ignoranza.
Beh, adesso, noi blogger che facciamo controinformazione, la nostra parte la stiamo facendo.
Ma tocca soprattutto ai nostri lettori non accontentarsi di leggere quello che diciamo noi, ma di dare il loro contributo alla lotta contro la cultura dell’irresponsabilità, della giustificazione dell’avidità di pochi, ma ricchi e potenti, ai danni della maggioranza finora divisa e rassegnata.
Adesso abbiamo visto in modo drammatico a cosa ci stanno portando questi cannibali e dobbiamo scegliere da che parte stare.
Con loro o dalla parte del nostro habitat, della nostra terra, di noi stessi?