Di Francesco Giorgioni
Li chiamano atti di liberalità. È l'azione attraverso cui un privato decide di regalare del denaro o altri beni ad un Comune. In cambio di cosa, però? Una manifestazione di riconoscenza e amore verso quella che ogni facoltoso turista sbarcato in Costa Smeralda dichiara pubblicamente essere "la sua seconda patria"? Oppure la banconota che il camionista lascia scivolare distrattamente tra i documenti del portafogli, quando viene fermato al posto di blocco?
L'indagine della Procura di Tempio sui rapporti tra Comune di Arzachena e soggetti privati - primo tra i quali il Consorzio Costa Smeralda - mira proprio a comprendere la natura di queste donazioni e avanza un'ipotesi di reato: corruzione. Cosa sono queste donazioni? Sono, ad esempio, la società Sardegna resort del Consorzio Costa Smeralda che regala 75 mila euro al Comune perché questo assuma qualche vigile urbano in più; sono il magnate russo che omaggia di un'ambulanza il Comune, oppure il petroliere iraniano che recapita all'amministrazione tutto l'occorrente per dare una copertura fissa al circolo tennistico locale; sono la società Porto Cervo Marina, titolare dello scalo turistico di Porto Cervo, che per conto del Comune assume due addetti all'infopoint del Comune situato presso l'Harrod's village installato quest'estate. Beneficenza o altro? Nessuno se l'è mai chiesto, durante le fastose cerimonie allestite per celebrare queste regalie. E nessuno si è mai chiesto, ad esempio, per quale motivo una parte della penultima amministrazione comunale avesse spinto tanto per riconoscere la cittadinanza onoraria al magnate uzbeko Alisher Usmanov.
Quel che risulta è che i trasferimenti di beni registrati negli ultimi tredici anni sono stati richiesti dalla Procura e sottoposti a sequestro. Insomma, questo genere di attività compiute dalle ultime quattro amministrazioni comunali sono al vaglio della magistratura. L'Harrod's sembra essere solo un singolo aspetto dell'indagine, però significativo se messo in relazione al valzer dei dirigenti al Comune di Arzachena: in tempi diversi, l'ex capo dell'Ufficio tecnico Antonello Matiz e l'ex comandante della Polizia locale Giacomo Cossu avevano opposto il loro diniego alla richiesta di permessi urbanistici e commerciali per la realizzazione del villaggio amovibile assemblato al porto vecchio. Ex dirigenti, perché destituiti dal loro incarico a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro.
Per spiegare bene il contesto nel quale si muove il procuratore Fiordalisi, occorrerà uno zoom sulla realtà di Arzachena e della Costa Smeralda e sulle relazioni tra principato di Porto Cervo e gli amministratori comunali. Negli ultimi decenni, a decidere le sorti politiche del centro gallurese sono stati - perché rappresentati o per presenza diretta - costruttori e titolari di aziende alimentate dall'indotto dell'edilizia: soggetti ovviamente interessati al ricco mercato di appalti della Costa Smeralda e, di conseguenza, ad intrattenere rapporti più che amichevoli con il Consorzio fondato dall'Aga Khan e con i suoi più munifici soci. Basta leggere i nomi delle ditte impegnate nei lavori di ristrutturazione degli alberghi Starwood - licenziati quattro anni fa dal Comune - per avere una prova di questi intrecci. Sul piano politico, la forza del Consorzio si manifesta con la costante presenza nelle varie maggioranze di almeno un rappresentante fatto eleggere dal condominio di Porto Cervo. Un paio di legislature fa, addirittura, il capogruppo della maggioranza fu individuato in un dirigente del Consorzio, scelta assolutamente legittima ma sintomatica della simbiosi tra municipio e il governo del sodalizio smeraldino.
Per farla breve, è prevedibile che questo mescolarsi di pubblico e privato fornisca prossimamente molto materiale di lavoro al nuovo procuratore. Non che in passato siano mancati i mugugni per le digressioni di amministratori che, spesso, fingevano di confondere il loro ruolo istituzionale con gli affari privati. Ma finora tutto era filato liscio e nessuno aveva avuto, ufficialmente, nulla da ridire.
Poi è arrivato Domenico Fiordalisi.
Li chiamano atti di liberalità. È l'azione attraverso cui un privato decide di regalare del denaro o altri beni ad un Comune. In cambio di cosa, però? Una manifestazione di riconoscenza e amore verso quella che ogni facoltoso turista sbarcato in Costa Smeralda dichiara pubblicamente essere "la sua seconda patria"? Oppure la banconota che il camionista lascia scivolare distrattamente tra i documenti del portafogli, quando viene fermato al posto di blocco?
L'indagine della Procura di Tempio sui rapporti tra Comune di Arzachena e soggetti privati - primo tra i quali il Consorzio Costa Smeralda - mira proprio a comprendere la natura di queste donazioni e avanza un'ipotesi di reato: corruzione. Cosa sono queste donazioni? Sono, ad esempio, la società Sardegna resort del Consorzio Costa Smeralda che regala 75 mila euro al Comune perché questo assuma qualche vigile urbano in più; sono il magnate russo che omaggia di un'ambulanza il Comune, oppure il petroliere iraniano che recapita all'amministrazione tutto l'occorrente per dare una copertura fissa al circolo tennistico locale; sono la società Porto Cervo Marina, titolare dello scalo turistico di Porto Cervo, che per conto del Comune assume due addetti all'infopoint del Comune situato presso l'Harrod's village installato quest'estate. Beneficenza o altro? Nessuno se l'è mai chiesto, durante le fastose cerimonie allestite per celebrare queste regalie. E nessuno si è mai chiesto, ad esempio, per quale motivo una parte della penultima amministrazione comunale avesse spinto tanto per riconoscere la cittadinanza onoraria al magnate uzbeko Alisher Usmanov.
Quel che risulta è che i trasferimenti di beni registrati negli ultimi tredici anni sono stati richiesti dalla Procura e sottoposti a sequestro. Insomma, questo genere di attività compiute dalle ultime quattro amministrazioni comunali sono al vaglio della magistratura. L'Harrod's sembra essere solo un singolo aspetto dell'indagine, però significativo se messo in relazione al valzer dei dirigenti al Comune di Arzachena: in tempi diversi, l'ex capo dell'Ufficio tecnico Antonello Matiz e l'ex comandante della Polizia locale Giacomo Cossu avevano opposto il loro diniego alla richiesta di permessi urbanistici e commerciali per la realizzazione del villaggio amovibile assemblato al porto vecchio. Ex dirigenti, perché destituiti dal loro incarico a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro.
Per spiegare bene il contesto nel quale si muove il procuratore Fiordalisi, occorrerà uno zoom sulla realtà di Arzachena e della Costa Smeralda e sulle relazioni tra principato di Porto Cervo e gli amministratori comunali. Negli ultimi decenni, a decidere le sorti politiche del centro gallurese sono stati - perché rappresentati o per presenza diretta - costruttori e titolari di aziende alimentate dall'indotto dell'edilizia: soggetti ovviamente interessati al ricco mercato di appalti della Costa Smeralda e, di conseguenza, ad intrattenere rapporti più che amichevoli con il Consorzio fondato dall'Aga Khan e con i suoi più munifici soci. Basta leggere i nomi delle ditte impegnate nei lavori di ristrutturazione degli alberghi Starwood - licenziati quattro anni fa dal Comune - per avere una prova di questi intrecci. Sul piano politico, la forza del Consorzio si manifesta con la costante presenza nelle varie maggioranze di almeno un rappresentante fatto eleggere dal condominio di Porto Cervo. Un paio di legislature fa, addirittura, il capogruppo della maggioranza fu individuato in un dirigente del Consorzio, scelta assolutamente legittima ma sintomatica della simbiosi tra municipio e il governo del sodalizio smeraldino.
Per farla breve, è prevedibile che questo mescolarsi di pubblico e privato fornisca prossimamente molto materiale di lavoro al nuovo procuratore. Non che in passato siano mancati i mugugni per le digressioni di amministratori che, spesso, fingevano di confondere il loro ruolo istituzionale con gli affari privati. Ma finora tutto era filato liscio e nessuno aveva avuto, ufficialmente, nulla da ridire.
Poi è arrivato Domenico Fiordalisi.