La politica ha perso credibilità perché vive e vegeta in una società parallela. Chi riesce a entrarvi, è immune dai meccanismi causa/effetto, almeno come noi, poveri stupidi, continuiamo a interpretarli. Può sbagliare e restare al suo posto, può rubare e scampare alla galera, può dirigere un settore cruciale del Paese senza avere alcuna competenza per farlo, può avere uno stipendio da favola e diventare famoso e potente semplicemente leccando e/o donando l’ormai inflazionato culo alla persona giusta. Una volta entrati nel giro, non si esce. E’ proprio difficile uscirne, occorre davvero impegnarsi a fondo. E’ come a teatro. Anche quando la rappresentazione fa cagare, si applaude comunque. Nessuno fischia più, non sta bene e ci mancherebbe, poverini, al limite un applauso tiepido. La commedia italiana fa pena perché gli attori sono dei cani. Ma, quando qualcuno stecca, viene difeso e sollecitato a restare a suo posto. Così la signora Cancellieri Anna Maria, che andrebbe cacciata con nota di biasimo dal popolo italiano perché gli unici sigilli che guarda sono quelli dei suoi amici potenti e delinquenti, è ovviamente rimasta al suo posto. Indignata per quella parola, sfiducia, così antipatica. Prima di lei, Alfano Angelino, con rara codardia, ha scaricato sul capo di gabinetto del suo ministero le responsabilità, tutte sue, della vergognosa gestione del caso Shalabayeva, una pagina infamante che grida vendetta se davvero le regole democratiche il diritto internazionale significano ancora qualcosa per qualcuno. Dimettersi? E perché mai? La società parallela non contempla dimissioni, tutto è possibile e non ci sono conseguenze, nessuno ti chiede conto e se anche te lo chiedesse è pur sempre in minoranza. In politica vige la logica del branco. Qualche lupo spaurito ulula il suo dissenso ma è lasciato al suo destino e, per evitare di tornare nel mondo degli sfigati, rientrerà presto nel branco con la coda bassa. E’ il mondo perfetto. Se ne fai parte, controlli un sacco di altre cose, perfino l’informazione. Bastano due lacrimucce spinte a forza, qualche frase di circostanza e puoi affamare i pensionati. Puoi costringere malati terminali a staccare il respiratore per mendicare un incontro con te e nessuno dei tuoi colleghi ti chiede di andartene al diavolo, avversari compresi. Puoi dire in faccia ai sardi che non chiuderai i poligoni tumorali e passare le vacanze qui, servito e riverito, slinguazzato e adorato. C’è la fila per entrare nel mondo perfetto. Che poi è un mondo concentrico. Vi risulta che la voce dimissioni sia contemplata in altri enti o istituzioni? Pensateci. E’ la formula perfetta. Qualsiasi risultato ottenga, il politico del 2000 non risponde a nessuno se non al suo branco, che lo protegge. Non c’è neanche più bisogno di farsi il mazzo in campagna elettorale, il sancta sanctorum ha già deciso chi sta dentro e chi no, chi vince la lotteria e chi dovrà accontentarsi del secondo premio oppure salterà un giro, magari per difetto di accondiscendenza verso i superiori. E’ un meccanismo perverso che sta avvelenando la società e portando il Paese verso la rovina. Questa non è più politica. E’ autoconservazione della specie, uno schiaffo alla logica che non ci porterà mai da nessuna parte.