Uomini babbei.
Ci sono uomini disposti a tutto. Non tergiversano, non appannano i pensieri, loro. Poi, al massimo, quando sbagliano, si definiscono babbei. Loro.
Ci sono uomini che si siedono sul tavolo e prendono le carte. Gettano le fiches, quasi con noncuranza. E sorridono. Sanno che quello sul tavolo, quei soldi, non è roba loro. Prendono un pezzo di terreno e lo barattano, per l’energia alternativa, dicono. E scommettono. E non hanno le carte. E perdono. E si definiscono babbei.
Ci sono uomini che osservando il mare pensano alle barche, alle flotte, alle bandiere. E decidono, con soldi di altri di costituire una compagnia che fallirà nel giro di un anno. Loro non pagano. Guardano il vascello che affonda e si definiscono babbei.
Ci sono uomini che stringono nel pugno la sabbia e ritengono sia stupido lasciarla davanti al mare. Da sola. Alla mercè di tutti. E vorrebbero venderla. E costruiscono un piano particolareggiato e lo chiamano dei “sardi”. Se qualcuno prova a dissentire viene considerato un rivoluzionario. Poi, infine, ci sono uomini vuoti, inutili, senza scapole sulle spalle, buoni a sorridere quando qualcuno li chiama. Sono uomini senza alcuna passione, costretti a rispondere a telefonate imbarazzanti, costretti a sistemare persone in luoghi importanti. Sono uomini di cui, davvero, se ne può fare volentieri a meno. La solitudine si misura anche dalle note che camminano sugli spartiti della vita. Questi signori sono terribilmente stonati e non fanno parte della mia hit parade. Mai.
Ci sono uomini disposti a tutto. Non tergiversano, non appannano i pensieri, loro. Poi, al massimo, quando sbagliano, si definiscono babbei. Loro.
Ci sono uomini che si siedono sul tavolo e prendono le carte. Gettano le fiches, quasi con noncuranza. E sorridono. Sanno che quello sul tavolo, quei soldi, non è roba loro. Prendono un pezzo di terreno e lo barattano, per l’energia alternativa, dicono. E scommettono. E non hanno le carte. E perdono. E si definiscono babbei.
Ci sono uomini che osservando il mare pensano alle barche, alle flotte, alle bandiere. E decidono, con soldi di altri di costituire una compagnia che fallirà nel giro di un anno. Loro non pagano. Guardano il vascello che affonda e si definiscono babbei.
Ci sono uomini che stringono nel pugno la sabbia e ritengono sia stupido lasciarla davanti al mare. Da sola. Alla mercè di tutti. E vorrebbero venderla. E costruiscono un piano particolareggiato e lo chiamano dei “sardi”. Se qualcuno prova a dissentire viene considerato un rivoluzionario. Poi, infine, ci sono uomini vuoti, inutili, senza scapole sulle spalle, buoni a sorridere quando qualcuno li chiama. Sono uomini senza alcuna passione, costretti a rispondere a telefonate imbarazzanti, costretti a sistemare persone in luoghi importanti. Sono uomini di cui, davvero, se ne può fare volentieri a meno. La solitudine si misura anche dalle note che camminano sugli spartiti della vita. Questi signori sono terribilmente stonati e non fanno parte della mia hit parade. Mai.