Pochi di noi percorrono il sentiero che avevano immaginato da ragazzini.
Ci sono persone che, quando prendono coscienza che i loro sogni sono andati in frantumi, si adeguano, si lasciano vivere, guardano la loro esistenza che prende una piega non prevista come spettatori della vita di un altro. Taluni provano blandamente ad opporsi, si avvicinano al frigo cercando di scoprire quale posa essere l’alimento che produce quel cattivo odore, senza tuttavia individuarlo. E così tengono un frigo puzzolente a tempo indeterminato, cercando di aprirlo il meno possibile e, se proprio devono farlo, si turano il naso, schiudono l’anta quel tanto che basta per non aver la casa maleodorante, prendono la birra e richiudono.
Eppure tutti sappiamo che se il frigo lo lavi poi non puzza più.
E’, semmai, il procedimento di pulizia a creare i disagi maggiori: lo si deve staccare dalla corrente elettrica, aspettare che sbrini rischiando di allagare la cucina, occorre trovare un alloggio temporaneo per i surgelati e, quando tutto il calvario si è compiuto, ha bisogno di un’altra detersione, magari con acqua e aceto.
Tutte queste operazioni, di per sé risolutive, hanno di solito una gestazione lunga e laboriosa, ma nel frattempo bisogna sopportare i miasmi ricorrendo a qualche intervento tampone che poi lascia tutto in realtà al punto di prima.
Eppure c’è qualcuno che, un bel giorno, non so come e non so perché la spina di quel cazzo di
frigo l’ha staccata, ha capito che per sopportare una vita poco soddisfacente occorreva più coraggio di quanto ne servisse per un cambiamento radicale.
E l’ha fatto!
La mia amica è un donna alla quale la vita ha inflitto più d’un colpo. Aveva dei sogni da ragazzina, come tutti, che col passare degli anni sono sfumati scontrandosi con una realtà sempre più distante dalle sue speranze. La sua casa era disposta su due piani: la zona giorno e la zona notte erano separate da una rampa di scale ed è stato mentre calpestava quei gradini che, improvvisamente, aveva capito di non essere felice. Non che prima non lo sapesse ma è stato solo in quel momento che ne è diventata consapevole. Tra il sapere una cosa e l'esserne consapevoli c'è una gran bella differenza! Si sa anche che fumare fa male alla salute, ma solo se si diverrà consapevoli, magari dopo il primo infarto, si butterà via il pacchetto.
Si era soffermata un attimo a metà rampa, giusto il tempo per raccapezzarsi e fiutare cos’avesse spinto la sua vita nella direzione sbagliata, poi è entrata nella sua camera, ha aperto l’armadio e scagliato con forza i vestiti sul letto, alla rinfusa: due paia di jeans, qualche felpa e una manciata di slip e reggiseni da stipare dentro una piccola valigia blu.
Faticò un po’ di più con la stampante per via dell’inchiostro in esaurimento ma, alla fine, il suo biglietto sbiadito giaceva sul comodino tra il cellulare e l’abat-jour.
All’aeroporto di Londra Gatwick andò a prenderla un amico greco il cui volto rivelava impietosamente una vita alla deriva ma che, inconsapevolmente, è stato un trampolino di lancio per la vita di lei.
Quella mattina la vita della mia amica è cambiata.
Ora, all’apertura dello sportello, lei si accorge che una fragranza diversa emerge dalla frescura e un sorriso sognante e una serenità profonda invadono il suo volto.
Questa storia vera è dedicata a tutti quelli che, correndo enormi rischi, hanno deciso di cambiare; ma è rivolta anche a coloro che, non potendo trasformare la loro vita, sopportano con coraggio, accettano e vanno avanti.
Nonostante tutto.
Ci sono persone che, quando prendono coscienza che i loro sogni sono andati in frantumi, si adeguano, si lasciano vivere, guardano la loro esistenza che prende una piega non prevista come spettatori della vita di un altro. Taluni provano blandamente ad opporsi, si avvicinano al frigo cercando di scoprire quale posa essere l’alimento che produce quel cattivo odore, senza tuttavia individuarlo. E così tengono un frigo puzzolente a tempo indeterminato, cercando di aprirlo il meno possibile e, se proprio devono farlo, si turano il naso, schiudono l’anta quel tanto che basta per non aver la casa maleodorante, prendono la birra e richiudono.
Eppure tutti sappiamo che se il frigo lo lavi poi non puzza più.
E’, semmai, il procedimento di pulizia a creare i disagi maggiori: lo si deve staccare dalla corrente elettrica, aspettare che sbrini rischiando di allagare la cucina, occorre trovare un alloggio temporaneo per i surgelati e, quando tutto il calvario si è compiuto, ha bisogno di un’altra detersione, magari con acqua e aceto.
Tutte queste operazioni, di per sé risolutive, hanno di solito una gestazione lunga e laboriosa, ma nel frattempo bisogna sopportare i miasmi ricorrendo a qualche intervento tampone che poi lascia tutto in realtà al punto di prima.
Eppure c’è qualcuno che, un bel giorno, non so come e non so perché la spina di quel cazzo di
frigo l’ha staccata, ha capito che per sopportare una vita poco soddisfacente occorreva più coraggio di quanto ne servisse per un cambiamento radicale.
E l’ha fatto!
La mia amica è un donna alla quale la vita ha inflitto più d’un colpo. Aveva dei sogni da ragazzina, come tutti, che col passare degli anni sono sfumati scontrandosi con una realtà sempre più distante dalle sue speranze. La sua casa era disposta su due piani: la zona giorno e la zona notte erano separate da una rampa di scale ed è stato mentre calpestava quei gradini che, improvvisamente, aveva capito di non essere felice. Non che prima non lo sapesse ma è stato solo in quel momento che ne è diventata consapevole. Tra il sapere una cosa e l'esserne consapevoli c'è una gran bella differenza! Si sa anche che fumare fa male alla salute, ma solo se si diverrà consapevoli, magari dopo il primo infarto, si butterà via il pacchetto.
Si era soffermata un attimo a metà rampa, giusto il tempo per raccapezzarsi e fiutare cos’avesse spinto la sua vita nella direzione sbagliata, poi è entrata nella sua camera, ha aperto l’armadio e scagliato con forza i vestiti sul letto, alla rinfusa: due paia di jeans, qualche felpa e una manciata di slip e reggiseni da stipare dentro una piccola valigia blu.
Faticò un po’ di più con la stampante per via dell’inchiostro in esaurimento ma, alla fine, il suo biglietto sbiadito giaceva sul comodino tra il cellulare e l’abat-jour.
All’aeroporto di Londra Gatwick andò a prenderla un amico greco il cui volto rivelava impietosamente una vita alla deriva ma che, inconsapevolmente, è stato un trampolino di lancio per la vita di lei.
Quella mattina la vita della mia amica è cambiata.
Ora, all’apertura dello sportello, lei si accorge che una fragranza diversa emerge dalla frescura e un sorriso sognante e una serenità profonda invadono il suo volto.
Questa storia vera è dedicata a tutti quelli che, correndo enormi rischi, hanno deciso di cambiare; ma è rivolta anche a coloro che, non potendo trasformare la loro vita, sopportano con coraggio, accettano e vanno avanti.
Nonostante tutto.