L’intenzione di Aldo Moro ed Enrico Berlinguer di un Compromesso Storico era seria e più che necessaria, già dall’epoca, per un più corretto sviluppo dell’azione politico/istituzionale del paese. Statisti di quel calibro intravedevano già quella deriva che non si fece certo attendere, poi. Trattava infatti, di pari passo, anche la “questione morale”, oggi divenuta emergenza cronica in ogni livello di rappresentanza e di comunità.
Si cercava di portare il pensiero di sinistra più vicino a quello cristiano-popolare e viceversa, di costruire politiche di governo basate su semplici ma condivisi principi alternativi all’allora pensiero liberale che tradotto nella vita comune dei cittadini, per decenni, si è dimostrato poi persino peggiore di quanto, come deterrente, promettevano i conservatori nel caso avesse vinto la sinistra, quel centrosinistra.
Questa crisi non è certo figlia del comunismo, è evidente a tutti ormai, ma del capitalismo e del consumismo vittime di se stessi, del loro stesso sistema che si basa su una formula davvero incredibile, la convinzione che si potesse crescere, tutti, senza limiti e senza fine.
A fronte di chi è cresciuto (in verità pochissimi), spesso a dismisura, si sono moltiplicati i poveri e i profughi. Le guerre non hanno più visto una fine ma se ne fomentano di nuove, l’occupazione è scesa a livelli da collasso globale e la produzione insiste a consumare beni che non si riprodurranno per qualche migliaio di anni, ma la macchina è in moto e per fermarla bisogna avere mezzi alternativi, idee e consapevolezze, alternative. Tutte cose che nessuno ti regala. Quell’alternativa di Compromesso Storico che con mezzi più o molto meno leciti hanno strozzato sul nascere, eliminando fisicamente chi l’aveva proposta, ci avrebbe garantito già dagli anni ’70, un modello culturale certamente più adatto ad affrontare le sfide e le crisi succedutesi. Affrontare la questione morale senza bisogno di stravolgere la Costituzione, ma osservandola, avrebbe permesso agli italiani di vivere più sereni e più ricchi, più sani ed istruiti, tutte cose che oggi mancano abbondantemente. Ci avrebbe permesso di scoprire, forse, quanto la nostra indole di eterni spaghettari al sole, sia più adatta ad una vita basata sulla solidarietà e l’onestà, sul rispetto e la fiducia, piuttosto che sull’inganno e la truffa continui, che sulla diffidenza ed il populismo sempre all’erta.
Ma si sa, in questo paese i personaggi “scomodi” durano poco, che siano essi Papa, Militari o Governatori poco importa ma il problema resta, scomodi a chi? E Perché?
Stoico, e non più Storico, è diventato il “compromesso” fra la politica e le istituzioni con i cittadini, perché davvero stoici questi ultimi, a continuare a resisterne le nefandezze ormai all’ordine del giorno tutti i santi giorni.
Cittadini che sarebbe ora che imparino a farli tra loro, i compromessi, prima di vedersi rovesciare addosso tutto il danno e i debiti di altri compromessi, ben più bui e pesanti, come quelli fra Stato e Mafia, tanto per citarne uno. O fra finanza e politica, per salire di “grado”.
Quello che realmente mi dà pena, è il fatto che oggi, all’orizzonte, non si vedano più personaggi di quel calibro ai vertici dei partiti o del governo, ma solo rimasugli di quelle politiche ed “affari” che hanno portato il paese esattamente al punto in cui è, che stanno continuando a portarlo più giù, per giustificare magari poi una linea repressiva dura, quella che ben annunciano le varie manganellate dal G8 di Genova in poi sino ai giorni nostri.
Languono quelle figure e languono pure i “ricettori”, ci siamo abituati così bene al caos che solo in esso ci sentiamo “a casa nostra”, perché si è persa quella base culturale che faceva di noi una nazione istruita o perlomeno educata, rispettosa del bene comune e del prossimo suo. Quel tipo di società non attecchì perché andava contro gli interessi di quei pochi che, ancora oggi, decidono le sorti di tutti noi con una telefonata e non le decidono certo per il nostro meglio.
A mali estremi, estremi i rimedi. Qui mi pare però, che l’estremismo lo abbiamo pure abbondantemente superato, tanto da arrivare a governare (parafrasando De André) “Fianco a fianco, col tuo assassino”.
[gavino-ricci]
Si cercava di portare il pensiero di sinistra più vicino a quello cristiano-popolare e viceversa, di costruire politiche di governo basate su semplici ma condivisi principi alternativi all’allora pensiero liberale che tradotto nella vita comune dei cittadini, per decenni, si è dimostrato poi persino peggiore di quanto, come deterrente, promettevano i conservatori nel caso avesse vinto la sinistra, quel centrosinistra.
Questa crisi non è certo figlia del comunismo, è evidente a tutti ormai, ma del capitalismo e del consumismo vittime di se stessi, del loro stesso sistema che si basa su una formula davvero incredibile, la convinzione che si potesse crescere, tutti, senza limiti e senza fine.
A fronte di chi è cresciuto (in verità pochissimi), spesso a dismisura, si sono moltiplicati i poveri e i profughi. Le guerre non hanno più visto una fine ma se ne fomentano di nuove, l’occupazione è scesa a livelli da collasso globale e la produzione insiste a consumare beni che non si riprodurranno per qualche migliaio di anni, ma la macchina è in moto e per fermarla bisogna avere mezzi alternativi, idee e consapevolezze, alternative. Tutte cose che nessuno ti regala. Quell’alternativa di Compromesso Storico che con mezzi più o molto meno leciti hanno strozzato sul nascere, eliminando fisicamente chi l’aveva proposta, ci avrebbe garantito già dagli anni ’70, un modello culturale certamente più adatto ad affrontare le sfide e le crisi succedutesi. Affrontare la questione morale senza bisogno di stravolgere la Costituzione, ma osservandola, avrebbe permesso agli italiani di vivere più sereni e più ricchi, più sani ed istruiti, tutte cose che oggi mancano abbondantemente. Ci avrebbe permesso di scoprire, forse, quanto la nostra indole di eterni spaghettari al sole, sia più adatta ad una vita basata sulla solidarietà e l’onestà, sul rispetto e la fiducia, piuttosto che sull’inganno e la truffa continui, che sulla diffidenza ed il populismo sempre all’erta.
Ma si sa, in questo paese i personaggi “scomodi” durano poco, che siano essi Papa, Militari o Governatori poco importa ma il problema resta, scomodi a chi? E Perché?
Stoico, e non più Storico, è diventato il “compromesso” fra la politica e le istituzioni con i cittadini, perché davvero stoici questi ultimi, a continuare a resisterne le nefandezze ormai all’ordine del giorno tutti i santi giorni.
Cittadini che sarebbe ora che imparino a farli tra loro, i compromessi, prima di vedersi rovesciare addosso tutto il danno e i debiti di altri compromessi, ben più bui e pesanti, come quelli fra Stato e Mafia, tanto per citarne uno. O fra finanza e politica, per salire di “grado”.
Quello che realmente mi dà pena, è il fatto che oggi, all’orizzonte, non si vedano più personaggi di quel calibro ai vertici dei partiti o del governo, ma solo rimasugli di quelle politiche ed “affari” che hanno portato il paese esattamente al punto in cui è, che stanno continuando a portarlo più giù, per giustificare magari poi una linea repressiva dura, quella che ben annunciano le varie manganellate dal G8 di Genova in poi sino ai giorni nostri.
Languono quelle figure e languono pure i “ricettori”, ci siamo abituati così bene al caos che solo in esso ci sentiamo “a casa nostra”, perché si è persa quella base culturale che faceva di noi una nazione istruita o perlomeno educata, rispettosa del bene comune e del prossimo suo. Quel tipo di società non attecchì perché andava contro gli interessi di quei pochi che, ancora oggi, decidono le sorti di tutti noi con una telefonata e non le decidono certo per il nostro meglio.
A mali estremi, estremi i rimedi. Qui mi pare però, che l’estremismo lo abbiamo pure abbondantemente superato, tanto da arrivare a governare (parafrasando De André) “Fianco a fianco, col tuo assassino”.
[gavino-ricci]