Tra una trentina di righe vi parlerò dell'alluvione a Olbia e delle responsabilità della politica, però consentitemi di arrivarci un poco da lontano.
Tra due anni, se tutto andrà bene, mio figlio Angelo Mario Giorgioni, di anni undici, potrà guidare l'Autorità portuale di Olbia, ente di governo dello scalo passeggeri più importante d'Italia per numero di arrivi e partenze.
Tra due anni, Angelo avrà la licenza media. Esattamente come Fedele Sanciu, attuale commissario dell'Authority, nominato pochi mesi fa dal governo nonostante il suo curriculum di studi fermatosi alle scuole dell'obbligo.
Nonostante le migliaia di laureati sardi con master e competenze specifiche a spasso per mancanza di lavoro.
Nonostante il porto di Olbia attraversi forse il momento più difficile della sua storia, essendo passato in tre anni dai 5,8 milioni di passeggeri del 2009 ai 3,6 milioni del 2012, emergenza che il buon senso suggerirebbe dover essere affrontata da tecnici esperti con adeguata formazione.
Ma Sanciu è uomo di partito: ex consigliere regionale Pdl, ex senatore Pdl, ex presidente della Provincia Pdl. Dove non arrivano i titoli, arrivano la tessera del partito, le amicizie, le feroci logiche di gestione del potere.
Esattamente come accaduto ieri per Massidda, decaduto da presidente dell'Autorità di Cagliari ma issato nuovamente sulla stessa poltrona da commissario.
Come si può pensare che questa politica del compromesso sia in qualche modo capace di risolvere i problemi e affrontare le emergenze? Questa classe dirigente serve solo a perpetuare sé stessa, senza neppure salvare la decenza e la faccia, imponendo con arrogante disinvoltura le proprie pedine nello scacchiere delle istituzioni.
Ora parliamo di Olbia, dell'alluvione e di come la politica abbia gestito la pianificazione del territorio negli ultimi anni.
Quando nel 1998 Settimo Nizzi varò la sua prima giunta comunale da sindaco, nominò assessore all'urbanistica l'architetto Enzo Satta. Che non è solo il padre della velina Melissa: Satta, nato a Buddusò nel 1945, dopo la laurea a Roma, il master ad Harvard ed esperienze di lavoro in tutto il mondo venne scelto dal principe Karim Aga Khan come suo principale collaboratore in tema di programmazione urbanistica. Era, insomma, uno dei più qualificati tecnici che il territorio potesse esprimere, chiamato a gestire una delle principali priorità dell'azione amministrativa: la predisposizione del Piano urbanistico comunale.
Per come l'ho conosciuto io Enzo Satta è uomo scrupoloso, metodico e dotato di vasta cultura, cui molti rimproverano una certa tendenza allo snobismo. Una personalità di spicco, comunque la si veda.
Satta venne cacciato dalla giunta pochi mesi dopo, nel settembre del 1999. Senza una spiegazione ufficiale, mai arrivata, per l'improvviso ritiro di quella delega. È bene precisare che in quello stesso anno l'Aga Khan aveva ceduto la proprietà del pacchetto azionario della Costa Smeralda, dato che eliminava ogni eventuale conflitto di interessi ed una possibile spiegazione per la rottura.
Al posto di Satta, Nizzi scelse per il fondamentale assessorato all'Urbanistica un suo fedelissimo del tempo. Livio Fideli, di professione dentista.
Fu il dentista Fideli ad illustrare nell'aula del Consiglio, il 24 agosto del 2004, il piano urbanistico comunale di Olbia, approvato due giorni dopo al termine di una seduta fiume tutta occupata dal precipitoso esame di migliaia di osservazioni presentate dai cittadini.
Quel piano, cui lavoravano tre professionisti, era rimasto chiuso in un cassetto per anni. Ufficialmente, perché la disciplina regionale era troppo restrittiva. Poi, in quello stesso 2004, si sparse la voce della imminente approvazione della legge salvacoste e dell'intervento d'imperio della Regione, pronta a rilevare le competenze sulla pianificazione in quei Comuni che non si fossero dotati del Piano Urbanistico.
Così, quello stesso Piano urbanistico venne tirato fuori dal cassetto, rimesso a lucido, definito in due mesi e poi approvato in tre giorni. Poco importa se poi la stessa Regione lo respinse, ritenendolo incoerente con quanto stabilito dalla salvacoste. Quel che conta di quel periodo storico sono la gestione della pianificazione del territorio e le competenze scelte per gestirlo.
La violenza dell'alluvione non può cancellare le tracce lasciate sul terreno dalla storia: ricordiamoci, dunque, che per definire lo sviluppo di Olbia un dentista venne preferito ad un architetto di fama. Ho finito.