Questa è la storia vera di un lui e di una lei, uniti in matrimonio su un letto di morte. Questa è la storia vera di un uomo innamorato che prese per moglie la sua donna bagnandola delle lacrime dell'estremo saluto. Sposandola nell'ultima notte della sua vita.
Lui alto, non bello, biondo e scanzonato, passo incerto e dizione faticosa.
Lei bassa, taglia forte, una fitta cascata di ricci corvini e grandi occhi nocciola dal taglio orientale, intelligenza fine e modi spicci. Si incontrarono quando lui sbarcò in Sardegna per una vacanza con gli amici, di quelle vacanze mare e notte previste senza l'intralcio di pensieri. Invece trovò lei.
"Dovevo partire dopo una settimana, sono passati quindici anni e ancora sto qua".
Lui lasciò Roma e venne a vivere in Sardegna da lei. Presero in gestione un distributore di carburante, in un posto sconosciuto ad entrambi, e andarono a stare in una casa in affitto in centro del piccolo paese: dalle finestre vedevano solo una distesa di tetti. Ma l'amore asseconda lo spirito d'avventura.
Iniziarono giorni duri e interminabili. Su un rettangolo nudo d'asfalto e cemento, ad infilzare mille volte ogni santo giorno la cassa d'acciaio della colonnina, col gelo di gennaio e il ribollir di catrame dei pomeriggi di agosto. Non c'era la tettoia, come nelle altre stazioni di servizio: lei e lui pioggia e sole se li prendevano senza sconti.
Gli affari andavano bene. Anno dopo anno, quella vita dedicata tutta al lavoro prese la forma di una bella casa nel mezzo della campagna, col mare vicino. Vicino, ma lui e lei non lo vedevano perché tra loro e il blu c'era una collina. E anche se fosse stato possibile, cosa vuoi vedere se apri la porta del gabbiotto prima che faccia il giorno e la richiudi quando il sole ha salutato da un pezzo? Cosa vuoi vedere, se l'unico panorama che ti è concesso è la colonna di macchina ferme al semaforo e la vetrina di un negozio di porcellane sbiadite immobile da anni?
Lei restò incinta. Nacque una bambina bionda, dallo sguardo immenso ma sereno, e crebbe sommando in sé il bello e il buono di lui e di lei.
La seconda figlia non superò il primo dolore della vita e vide la luce solo per un istante. Poi fu il buio.
Lei se ne fece una colpa e iniziò a stare male. Scorbutica e nervosa, il viso segnato sempre più dalla fatica.
"Vai a vedere il carnevale a Tempio?"
"No, è sempre la stessa cosa".
Un alieno si era annidato nei suoi polmoni. Non fiatava, silenzioso cresceva respiro dopo respiro. I medici lo scoprirono quando aveva invaso il suo corpo, La sfida era strappare qualche ora in più prima della morte, non sconfiggerla.
Senza versare una lacrima, guardava il faccia il male chiamandolo col suo vero nome. Una cuffia in testa per nascondere il cranio rasato era l'unico cedimento. Spesso partiva da sola verso la grande clinica dalle pareti bianche del continente, imponendo a lui che avrebbe voluto starle accanto di badare alla bambina e al distributore. Lunghi cicli di chemio, sola nella grande città dove nessuno ti regala un abbraccio. Lottava a mani nude contro la malasorte, senza abbassare lo sguardo di fronte all'inesorabile.
Una mattina d'estate ne parlai con lui. Ebbi il coraggio di chiedere, confermò tutto e aggiunse: "Sono malato anche io, ma me la caverò".
Raggelai e mi scappò il peggiore commento possibile: "È la vita".
Lui rispose senza concedere attenuanti o riconoscere sconti alla mia condizione di assiduo cliente: "È la vita un cazzo!". Mi vergognai molto di me stesso.
In un ufficio pubblico lei spiegò lucidamente la sua condizione di vita: "So che morirò ma non m'importa di me. Ora penso solo a garantire un futuro a mia figlia"
Ogni giorno, accompagnando mio figlio a scuola, incrociavo la loro bambina e la fissavo per un istante. Cresciuta molto più della sua età, adulta nei modi compiti e nei sorrisi misurati da donna matura. Le era già toccata più vita di quanta ne meritasse il suo tempo.
Giunse l'ultima ora. Un sacerdote li strinse in matrimonio nel cuore della notte, poi le si abbandonò al disegno del destino. La fine stava per arrivare, ma lui le rubò il tempo e consacrò il loro amore prima del buio.
Poi venne l'alba. Luminosa, come lo sguardo della loro bambina.