Philomena – il film di Stephen Frears - è un capolavoro di equilibri tra opposte pulsioni dell’animo umano.
Un polo estremo si chiama sdegno e rabbia, collera e odio di fronte all’abominio della costrizione in stato di schiavitù a cui erano destinate nelle putride quanto linde “purificatrici” workhouse in Irlanda - dalla Santa Madre Chiesa - giovani orfane, reiette, ribelli o, molto più banalmente, ragazze che dopo una sveltina portavano in sé il frutto del proprio godimento sessuale, frutto velenoso e stigma di vergognoso peccato per gli specialisti della fede cattolica.
L’altro estremo si chiama perdono, ed è un fiore che sboccia delicatamente e con fatica, da lontano e dalla fede in Dio, ma solo nell’intimo di chi il torto lo ha subito, l’offesa più violenta che la Vita può riservare alle madri: la sottrazione del proprio figlio.
Sul cattolico sistema di riduzione a schiavitù e mercificazione delle persone a cui la vita aveva pre-iscritto una sfortunata biografia, sono state scritte milioni di pagine, biblioteche capaci di documentare l’esistenza di un vero e proprio “sistema”, una delle tante strade di mercato che la Chiesa ha costruito per reiterare se stessa e destinare al privilegio i propri fedeli maggiordomi. Ed è sul sesso, sulla concezione di questa piacevole esperienza della nostra vita, sulla retorica cattolica e l’abisso in cui far sprofondare chi non segue la cristiana via della castità, che quasi sempre si è costruito il potere materiale di Vostra santa Madre Chiesa.
Retorica, appunto, ideologia piegata ad abietti scopi; doppio registro svelato nel settembre 1983 dal “National Catholic Reporter”; punizione per i deboli e privato godimento per i forti: abuso sessuale sistematico e ampiamente diffuso ai danni di bambini e adolescenti di entrambi i sessi, in scuole, orfanotrofi, riformatori e altri istituti gestiti da ordini religiosi cattolici irlandesi. Il film di Peter Mullan "Magdalene" ne aveva già mostrato il fetore, ma la Child Abuse Commission, la Commissione istituita dall'ex primo ministro irlandese Bertie Ahern, per fare luce sul fenomeno, dopo nove anni di inchieste e le testimonianze di 2500 vittime di violenze (avvenute tra gli anni '40 e gli anni '80), ne mostra anche la putrida essenza, l’orrore che solo una Istituzione totale può regalare alla vita degli sfortunati. Racconti danteschi di uomini e donne, oggi adulti, che ricordano di essere stati pestati brutalmente in ogni parte del corpo con le mani e con ogni tipo di oggetti, seviziati, stuprati, talvolta da più persone contemporaneamente.
Tra gli ordini religiosi investigati dalla Commissione ci sono anche le Sisters of Our Lady of Charity Refuge, le suore che gestivano la Magdalene Laundry di Dublino, il soggetto del film di Mullan. Anche in Philomena ritorna il refrein di quell’universo di violenze come di resistenze, muri e ostacoli che le associazioni religiose hanno opposto alla verità, e grazie alle quali molti dei carnefici - già morti – non hanno potuto scontare pene e penitenze umane.
Ma sarebbe una banalissima organizzazione, la Chiesa, e non la più longeva delle Istituzioni se – nonostante tutta la merda che promana dai poco cristiani comportamenti dei propri specialisti della fede - dimenticasse di reiterare i fondamenti pedagogici nei testi utilizzati nella gloriosa opera di socializzazione dei bambini ai pilastri della sua architettura etica, della sua visione dell’uomo e quindi della vita sul terreno mondo.
Ancora adesso nella “Sezione Seconda dei Dieci Comandamenti”, al Capitolo Sesto (amerai il prossimo tuo come te stesso), esplorando il sesto comandamento (non commettere adulterio), potete trovare il richiamo che sgorga dalle parole della suora che ha negato a Philomena oasi di umana esistenza:
1. «Ogni battezzato è chiamato alla castità (…) La castità richiede l'acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L'alternativa è evidente: o l'uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice.
2. La dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco impulso o per mera coazione esterna. Ma l'uomo ottiene tale dignità quando si libera da ogni schiavitù delle passioni
3. La lussuria è un desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione.
4. Per masturbazione si deve intendere l'eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato.
5. La fornicazione è l'unione carnale tra un uomo e una donna liberi, al di fuori del matrimonio. Essa è gravemente contraria alla dignità delle persone e della sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all'educazione dei figli. Inoltre è un grave scandalo quando vi sia corruzione dei giovani».
Leggendo la distanza tra l’ideologia e la prassi dei comportamenti tenuti nel recinto cattolico mi viene in mente Esopo, che saggiamente diceva “è facile essere coraggiosi a distanza di sicurezza”. Molto più banalmente, senza portare offesa per alcuno, senza dimenticare quanto tanto di positivo e vitale esiste in spazi cristiani, ma solo in aderenza al tema trattato, mi scappa un “è facile fare i froci con il culo degli altri”, Vostra santa Madre Chiesa.
Un polo estremo si chiama sdegno e rabbia, collera e odio di fronte all’abominio della costrizione in stato di schiavitù a cui erano destinate nelle putride quanto linde “purificatrici” workhouse in Irlanda - dalla Santa Madre Chiesa - giovani orfane, reiette, ribelli o, molto più banalmente, ragazze che dopo una sveltina portavano in sé il frutto del proprio godimento sessuale, frutto velenoso e stigma di vergognoso peccato per gli specialisti della fede cattolica.
L’altro estremo si chiama perdono, ed è un fiore che sboccia delicatamente e con fatica, da lontano e dalla fede in Dio, ma solo nell’intimo di chi il torto lo ha subito, l’offesa più violenta che la Vita può riservare alle madri: la sottrazione del proprio figlio.
Sul cattolico sistema di riduzione a schiavitù e mercificazione delle persone a cui la vita aveva pre-iscritto una sfortunata biografia, sono state scritte milioni di pagine, biblioteche capaci di documentare l’esistenza di un vero e proprio “sistema”, una delle tante strade di mercato che la Chiesa ha costruito per reiterare se stessa e destinare al privilegio i propri fedeli maggiordomi. Ed è sul sesso, sulla concezione di questa piacevole esperienza della nostra vita, sulla retorica cattolica e l’abisso in cui far sprofondare chi non segue la cristiana via della castità, che quasi sempre si è costruito il potere materiale di Vostra santa Madre Chiesa.
Retorica, appunto, ideologia piegata ad abietti scopi; doppio registro svelato nel settembre 1983 dal “National Catholic Reporter”; punizione per i deboli e privato godimento per i forti: abuso sessuale sistematico e ampiamente diffuso ai danni di bambini e adolescenti di entrambi i sessi, in scuole, orfanotrofi, riformatori e altri istituti gestiti da ordini religiosi cattolici irlandesi. Il film di Peter Mullan "Magdalene" ne aveva già mostrato il fetore, ma la Child Abuse Commission, la Commissione istituita dall'ex primo ministro irlandese Bertie Ahern, per fare luce sul fenomeno, dopo nove anni di inchieste e le testimonianze di 2500 vittime di violenze (avvenute tra gli anni '40 e gli anni '80), ne mostra anche la putrida essenza, l’orrore che solo una Istituzione totale può regalare alla vita degli sfortunati. Racconti danteschi di uomini e donne, oggi adulti, che ricordano di essere stati pestati brutalmente in ogni parte del corpo con le mani e con ogni tipo di oggetti, seviziati, stuprati, talvolta da più persone contemporaneamente.
Tra gli ordini religiosi investigati dalla Commissione ci sono anche le Sisters of Our Lady of Charity Refuge, le suore che gestivano la Magdalene Laundry di Dublino, il soggetto del film di Mullan. Anche in Philomena ritorna il refrein di quell’universo di violenze come di resistenze, muri e ostacoli che le associazioni religiose hanno opposto alla verità, e grazie alle quali molti dei carnefici - già morti – non hanno potuto scontare pene e penitenze umane.
Ma sarebbe una banalissima organizzazione, la Chiesa, e non la più longeva delle Istituzioni se – nonostante tutta la merda che promana dai poco cristiani comportamenti dei propri specialisti della fede - dimenticasse di reiterare i fondamenti pedagogici nei testi utilizzati nella gloriosa opera di socializzazione dei bambini ai pilastri della sua architettura etica, della sua visione dell’uomo e quindi della vita sul terreno mondo.
Ancora adesso nella “Sezione Seconda dei Dieci Comandamenti”, al Capitolo Sesto (amerai il prossimo tuo come te stesso), esplorando il sesto comandamento (non commettere adulterio), potete trovare il richiamo che sgorga dalle parole della suora che ha negato a Philomena oasi di umana esistenza:
1. «Ogni battezzato è chiamato alla castità (…) La castità richiede l'acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L'alternativa è evidente: o l'uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice.
2. La dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco impulso o per mera coazione esterna. Ma l'uomo ottiene tale dignità quando si libera da ogni schiavitù delle passioni
3. La lussuria è un desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione.
4. Per masturbazione si deve intendere l'eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato.
5. La fornicazione è l'unione carnale tra un uomo e una donna liberi, al di fuori del matrimonio. Essa è gravemente contraria alla dignità delle persone e della sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all'educazione dei figli. Inoltre è un grave scandalo quando vi sia corruzione dei giovani».
Leggendo la distanza tra l’ideologia e la prassi dei comportamenti tenuti nel recinto cattolico mi viene in mente Esopo, che saggiamente diceva “è facile essere coraggiosi a distanza di sicurezza”. Molto più banalmente, senza portare offesa per alcuno, senza dimenticare quanto tanto di positivo e vitale esiste in spazi cristiani, ma solo in aderenza al tema trattato, mi scappa un “è facile fare i froci con il culo degli altri”, Vostra santa Madre Chiesa.