Si sta ironizzando molto su questa data carnevalesca, simbolo di una politica buffona e cialtrona, e la si butta sul ridere, pensando alle schede elettorali intraviste tra i fumi dell’alcol e dell’allegria. In realtà, il problema non è stato ancora realmente colto nelle sue conseguenze, ed è dannatamente serio.
Ci sono realtà locali, in Sardegna, infatti, dove è tecnicamente impossibile, per ragioni logistiche e di ordine pubblico, garantire nei giorni di carnevale il regolare svolgimento delle operazioni elettorali.
Possibile che ancora nessuno ci abbia pensato?
A Tempio il traffico viene bloccato dalla mattina, e la cittadina si riempie di migliaia di persone per la sfilata dei carri. Ad Oristano una intera città si blocca per la Sartiglia, con migliaia di persone che assistono. A Bosa una fiumana di maschere vaga per le strade. In molti paesi del nuorese, come Mamoiada, Orotelli, Ottana, e tanti altri, il carnevale è ormai un impegno professionale che distoglierebbe tantissime persone dalle elezioni, oltre alle evidenti ragioni di sicurezza che sorgerebbero.
Le Forze dell’Ordine, se le impegni nei seggi elettorali, non le puoi impiegare nei servizi d’ordine, a contenere la folla che si accalca per gli spettacoli carnevaleschi. Evidenti ragioni di ordine pubblico rendono incompatibili i mascheramenti diffusi con l’espletamento delle funzioni elettorali. Le chiusure del traffico nei luoghi delle varie sfilate impediscono il normale afflusso ai seggi. Per legge, inoltre, affollamenti e assembramenti sono condizionati e addirittura vietati nei giorni delle elezioni. Voglio vedere a carnevale.
In pratica, in molti luoghi della Sardegna, verrebbero impedite le normali operazioni di voto. Le elezioni potrebbero risultare nulle, con gravi danni all’erario. Oppure dovrebbero annullarsi le sfilate, cosa che creerebbe danni enormi alle persone e alle immagini dei luoghi. Oppure rinviarle, e allora sarebbero i vescovi, la Chiesa, a protestare. Non sia mai.
Insomma un pasticcio inestricabile, un garbuglio intricatissimo, un bordello.
E’ disarmante la superficialità, il pressappochismo, la leggerezza con la quale si fanno queste scelte. Davvero il simbolo manifesto di un governo regionale distante dalla realtà, dalla vita dei cittadini, dalle cose quotidiane della comunità. Né si può indicare la svista, la distrazione, il refuso, che pure grave sarebbe. Quando si decidono le date delle elezioni, lo si fa, e lo si deve fare, con la massima a accuratezza e ponderatezza.
Alla fine, qualcuno gli spiegherà come stanno le cose. Forse i prefetti, gli organi di polizia, i comuni, qualche istituzione insomma meno lontano dalla vita delle persone.
E fisseranno un’altra data. Almeno si spera.